l’indignazione. Nonni e nipoti nel buco nero dei Saveriani – .

l’indignazione. Nonni e nipoti nel buco nero dei Saveriani – .
l’indignazione. Nonni e nipoti nel buco nero dei Saveriani – .

ANCONA Uno scandalo senza fine. È quello degli ex Saveriani di Posatora, l’oasi verde gestita fino al 30 giugno dal Cus Ancona che però ha deciso di non rinnovare il contratto con il Comune in seguito agli eccessivi atti vandalici subiti. Arriviamo verso le 10:30 per fare il nostro sopralluogo, il primo dopo che l’impianto è tornato nelle mani di Palazzo del Popolo per la scadenza naturale della gestione, già fissata per il 30 giugno.

La disattenzione

I cancelli d’ingresso sono aperti come al solito, tanto che all’interno troviamo una coppia di nonni che giocano con la nipotina sul campo da basket. Poco distante da loro, inizia il degrado. Basta attraversare il campo da calcio in terra battuta per notare una serie di panchine in cemento rovesciate a terra. E ancora, le condizioni in cui si trovano le piccole strutture in legno adibite a spogliatoi e magazzini. La prima finestra è spalancata, il vetro è completamente mancante. I ragazzi del Cus l’hanno rimosso perché qualcuno l’aveva rotto ed era diventato troppo pericoloso per gli utenti del parco. Il vetro delle due finestre successive è ancora lì, anche se parzialmente danneggiato. In entrambe si vede chiaramente un grosso buco centrale, come causato dal lancio di un sasso o di qualche altro oggetto pesante. Nonostante i lucchetti alle porte, quindi, entrare è molto facile. La scena è desolata: tra pezzi di mobili rotti e sedie di plastica divelte, la firma degli hooligan è anche all’interno. Per non parlare della terra gettata a terra, in mezzo all’erba. A pochi passi c’è Villa Colonnelli. Chiuso perché non sicuro, anche qui l’ingresso è una cosa banale.

Il giardino abbandonato

Il primo cancello si oltrepassa aprendo il catenaccio da un buco nella rete di sicurezza. Da qui si accede all’orto condominiale gestito da un’associazione e a un grande prato infestato dalle erbacce che circonda la villa. Anche qui il degrado regna sovrano, tra un muro crollato e un vecchio container abbandonato. Ma anche oltrepassare la seconda recinzione è un gioco da ragazzi: qualcuno ha aperto una breccia nella rete del cancello, proprio sotto il cartello di divieto di accesso. Con un po’ di contorsionismo si entra in un attimo nella villa abbandonata, con tutti i rischi che ciò comporta. Che qualcuno ci sia già riuscito lo dimostrano i numerosi graffiti che ricoprono i muri della struttura e dell’annesso. A proposito di muri crollati, ce n’è anche un altro, questa volta all’esterno di Villa Colonnelli. È proprio dietro le case di legno che abbiamo visto prima, recintate da una bassa e malandata rete arancione. Qui però la mano dei vandali non c’è. È piuttosto quella dell’incuria. Poco importa di chi sia la colpa di questo oltraggio: il risultato è sempre un pezzo di storia di Ancona ridotto a un rudere.

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Corriere Adriatico

 
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