“Chi può, resti nel mercato protetto” – .

“Chi può, resti nel mercato protetto” – .
“Chi può, resti nel mercato protetto” – .

Chi non vuole passare al mercato libero non faccia assolutamente nulla, anche se, presumibilmente, continuerà a ricevere telefonate di telemarketing che cercheranno, anche pesantemente, di convincerlo. Parola di Rino Soragni presidente Federconsumatori Reggio Emilia. Da ieri siamo entrati nel mercato libero dell’energia elettrica.

Che consiglio daresti a chi è ancora scettico riguardo all’adesione?

“Restare fermi, dire un chiaro no a chiunque proponga la transizione verso un libero mercato.”

Ma una maggiore concorrenza non comporta forse vantaggi economici per i cittadini?

“Non per come è concepito il libero mercato in Italia. Con almeno 800 operatori che cercano di accaparrarsi il consenso dell’utente, magari offrendo regali insignificanti come assicurazioni, manutenzione del sistema o cose del genere che, in realtà, hanno un impatto pressoché nullo sul costo della bolletta”.

Ci stai dicendo che nel nostro Paese centinaia di aziende possono fornire energia elettrica?

“No, quello lo fanno quelle 8-10 grandi aziende che tutti conosciamo e che coprono l’80% del mercato. La quota rimanente è appannaggio di agenzie intermediarie che, tramite accordi con le aziende, cercano di acquisire piccole quote di utenti che, per loro, rappresentano comunque un guadagno. Da qui le continue e invasive telefonate”.

Chi può quindi restare nell’area protetta?

“Assolutamente sì, almeno il tempo necessario per valutare come funziona il nuovo sistema di tutele graduali. Perché le vere tutele resteranno solo per le categorie vulnerabili: gli anziani over 75, i disabili e chi è in difficoltà economica. Un limbo che durerà fino al 2027 e dove le aziende che si sono aggiudicate la gara, per Reggio Emilia Enel, operano ricalcando in parte lo schema del vecchio mercato tutelato. In alcuni casi con condizioni anche migliori”.

A Reggio Emilia quante persone hanno scelto il libero mercato negli ultimi anni?

“Circa il 70% degli utenti, il restante 30% è rimasto nell’area protetta, una delle percentuali più alte in Italia”.

Chi finora ha scelto il libero mercato è stato penalizzato?

“Non posso dirlo. Ma se anche l’autorità competente, Arera, suggerisce di restare in un’area protetta, la dice lunga sul fatto che non siamo in una situazione di vera competizione che vada a vantaggio del cittadino. Cose che succedono quando non si produce la propria elettricità.”

Tutto questo non è confuso?

“Certo, siamo in una giungla dove l’unica cosa che conta è fare profitto. Da qui il tele-selling, ovvero il tentativo di procurarsi contratti per telefono, che avevamo chiesto di sospendere nei mesi scorsi. E che non cesserà di certo oggi. Ma molte di queste agenzie non sono solide finanziariamente e molte sono fallite negli ultimi anni. Questa è una liberalizzazione selvaggia, vedremo nel 2027, quando anche il mercato con protezioni graduali cesserà di esistere, cosa succederà. Anche il Governo ha sbagliato a gestire questa transizione”.

In che senso?

“Aveva promesso una vasta campagna di informazione per spiegare bene questa fase di transizione, e invece non ha fatto nulla.”

Chi in futuro decidesse di passare al libero mercato, a cosa dovrebbe prestare attenzione?

“Ai costi indicati nel contratto: della materia prima e dei costi di commercializzazione, oltre al valore dello spread e alla durata del contratto stesso. Senza preoccuparsi troppo di offerte aggiuntive presumibilmente miracolose che spesso sono solo esche”.

 
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