Umbria, decessi sul lavoro, sette decessi in cinque mesi – .

Umbria, decessi sul lavoro, sette decessi in cinque mesi – .
Umbria, decessi sul lavoro, sette decessi in cinque mesi – .

Umbria, morti sul lavoro, sette decessi in cinque mesi

L’Umbria, con sette decessi in cinque mesi, si conferma tra le regioni italiane con la più alta incidenza di infortuni mortali sul lavoro. È quanto emerge da un’analisi dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente di Vega Engineering. Lo scrive oggi La Nazione Umbria. L’indice di ‘incidenza‘ utilizzato dall’Osservatorio indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una determinata regione o provincia, in rapporto al numero di occupati nella stessa area. Questo indice consente di confrontare il fenomeno degli infortuni tra diverse realtà, anche se caratterizzate da una popolazione attiva differente.

Unfortunately, Umbria, together with Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, CampaniaEmilia-Romagna, Sicilia e Puglia, sono in ‘zona rossa’. Queste regioni hanno un’incidenza di incidenti superiore al 25% rispetto alla media nazionale. In ‘zona arancione’ troviamo la Calabria. In ‘zona gialla’ ci sono Abruzzo, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia e Molise, mentre in ‘zona bianca’ ci sono Lazio, Sardegna, Marche e Veneto.

Analizzando più nel dettaglio, si rileva che nella provincia di Perugia si sono verificati sei decessi sul lavoro dal 1° gennaio al 31 maggio di quest’anno, con un’incidenza del 21,8 rispetto alla media nazionale, su un numero di occupati pari a 278 mila. situazione va leggermente meglio nel ternano: qui si è registrato un solo decesso, con circa 83mila occupati e un’incidenza di 12 punti (zona gialla).

Nei primi cinque mesi dell’anno l’Osservatorio ha stilato un identikit dei lavoratori più a rischio. Questi dati continuano ad essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra nella fascia di età lavoratori over sessantacinquenni (con un’incidenza del 55,0), seguita dalla fascia di età dei lavoratori tra i 55 e i 64 anni (con un’incidenza del 19,4). Il settore più colpito resta l’edilizia.

“Giunti quasi a metà anno, la proiezione per la fine del 2024 delle vittime sul lavoro appare già tragica e simile a quella degli anni precedenti”, spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio sulla sicurezza sul lavoro e Ambiente di ingegneria Vega di Mestre. Da gennaio a maggio 2024 le vittime sono state 369, 11 in più rispetto a fine maggio 2023. Purtroppo, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, i decessi sul lavoro sono aumentati del +5,5%. “Ma come sempre”, sostiene Rossato, “l’incidenza è il vero indicatore di rischio per i lavoratori nel nostro Paese, perché parliamo di vittime in rapporto alla popolazione attiva”.

 
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