Un detenuto di 35 anni, sposato e padre di tre figli, ha tentato di suicidarsi impiccandosi ieri sera nella sua cella del carcere di Livorno.
È stato trasportato all’ospedale di Livorno dove è ricoverato in terapia intensiva. Era in carcere da venti giorni ed era in attesa di processo.
I detenuti che si sono suicidati nel 2024 sono stati 46, in aumento di 12 rispetto all’anno precedente. Il 24% (11) aveva tentato in precedenza il suicidio almeno una volta. Inoltre, 11 persone erano state sottoposte alla misura della ‘sorveglianza estesa’ e 4 di queste erano sottoposte a sorveglianza anche al momento del suicidio. L’analisi è stata condotta dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Delle 46 persone decedute per suicidio, 44 erano uomini e 2 donne. Quanto alla nazionalità, 25 erano italiane e 21 straniere. Quanto alla condizione giuridica, 19 dei detenuti che si sono tolti la vita erano stati giudicati e condannati in via definitiva (41,3%), mentre 6 avevano una posizione cosiddetta “mista a definitiva”, ovvero avevano almeno una condanna definitiva e altri procedimenti penali in corso; 17 persone (37%) erano in attesa di primo giudizio, 2 appellanti, 1 appellante e 1 internato provvisoriamente. È stata poi analizzata la durata della permanenza nell’istituto in cui si è verificato il fatto: risulta che 23 persone, pari al 50%, si sono suicidate nei primi sei mesi di detenzione; di queste, 20 nei primi tre mesi dall’ingresso in istituto e 5 entro i primi 15 giorni, di cui 3 addirittura entro i primi 5 dall’ingresso. Il carcere napoletano di Poggioreale è quello in cui si è verificato il numero più elevato di casi (3).
“Non si sono mai verificati così tanti suicidi nei primi sei mesi di un nuovo anno, né tra gli agenti né tra i detenuti: è un record negativo che li accomuna, perché sono stati completamente dimenticati dallo Stato”. Lo ha detto il segretario del Sindacato della Polizia Penitenziaria (SPP), Aldo Di Giacomo.