Catania, il bacino del Policlinico cambia look – .

Catania, il bacino del Policlinico cambia look – .
Catania, il bacino del Policlinico cambia look – .

L’imponente cisterna alta 40 metri che si erge come un fungo tra Viale Tirreno e Via Santa Sofia, di proprietà dell’Università, è stata completamente ristrutturata dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico “G. Rodolico – San Marco”. Il consolidamento e il ripristino complessivo della cisterna e della struttura portante hanno richiesto mesi di lavoro da parte delle maestranze dell’impresa aggiudicataria della relativa gara, costantemente seguite dai professionisti aziendali del Settore Risorse Tecniche e Tecnologiche.
La grande infrastruttura è essenziale per la vita e l’attività quotidiana di tutta l’area del Policlinico e della Cittadella, poiché assicura di fatto oltre 600 mila litri di acqua al presidio Rodolico di via Santa Sofia e alle sedi universitarie.

Progettata verso la metà degli anni ’60 e realizzata tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, nei suoi cinquant’anni di vita la cisterna non era mai stata oggetto di un vero e proprio intervento di restauro e messa in sicurezza, ma solo di piccoli interventi di manutenzione estemporanei. Del resto, tutta l’area ai piedi dell’edificio era da tempo diventata un rifugio per senzatetto e giovani tossicodipendenti in cerca di uno spazio lontano da occhi indiscreti. L’AOUP aveva quindi provveduto anche a impedire l’ingresso di estranei, costruendo un muro di cemento con un’alta ringhiera in ferro attorno all’impianto.

Divenuto nel corso degli anni quasi un monumento, per la sua maestosità tra gli edifici residenziali pubblici e privati ​​circostanti, l’imponente invaso necessitava di un intervento che andasse oltre il consolidamento strutturale e il semplice ripristino del suo consueto aspetto esterno.

Così l’azienda ospedaliero-universitaria pensò a un’opera di “maquillage” che potesse impreziosirla per migliorarne l’aspetto. Da quell’ispirazione si arrivò alla realizzazione di un coloratissimo “murales” che prendesse il posto dell’atteso e anonimo intonaco, un’opera realizzata dalla creatività e dal lavoro dello street artist Antonio Carmelo Barbagallo su una superficie di circa 350 metri quadri tutt’intorno alla grande piscina. Per dipingere l’intera parete circolare Barbagallo trascorse oltre due mesi in difficili condizioni di lavoro, quasi sempre in piedi sulle impalcature allestite tutt’intorno, agganciato alle corde di sicurezza.
Il tema dell’opera d’arte urbana realizzata è un inno alla cura dell’ambiente. In particolare, il disegno di Barbagallo rappresenta l’insieme di vari elementi naturali quali fauna, flora, aria, fuoco, acqua e terra uniti simbolicamente dall’abbraccio di un bambino e di un adulto con la natura. Tra gli animali raffigurati, un rospo e una specie di granchio d’acqua dolce locale che trovano il loro habitat all’interno delle acque della vicina Timpa di Leucatia, quasi a voler segnare un filo immaginario che unisce l’antica fonte d’acqua a quella della cisterna universitaria.
La realizzazione dell’intervento di street art non ha comportato costi aggiuntivi rispetto a quelli sostenuti per il completamento dei lavori edili.

 
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