Al calare della sera, il salotto urbano con i palazzi signorili e i campanili delle chiese antiche resta nell’angolo buio. Puff, ed è invisibile. Furti, rapine, droga e violenza trasformano la bellezza del Cassaro in una giungla, dove gli abitanti diventano Sherlock Holmes, allertano spacciatori e borseggiatori, fanno identikit per la polizia, e alla fine capiscono che l’unica arma per difendersi è organizzare ronde sotto casa. Dall’ottobre scorso, e dopo vane denunce per ottenere l’intervento urgente delle forze dell’ordine, sorvegliano l’asse a squadre, avanti e indietro, di solito cinque, sei: dalle 20 a mezzanotte circa, il turno dei vigilanti volontari della legalità finora negata.
Perché quando arrivi dopo le 20 nelle vie che dalla Stazione Centrale si diramano verso via Maqueda e su fino ai Quattro Canti, con le vie laterali adiacenti, è pericoloso anche solo fermarsi davanti alla porta a cercare le chiavi. Per non parlare di chi deve parcheggiare lontano e scendere a piedi: tra ladri, scippatori, tossicodipendenti in cerca di facili prede per comprare eroina e crack, rischi di essere aggredito e derubato ogni giorno. La squadra che pattuglia si accorge, ad esempio, se c’è un borseggiatore seriale specializzato nel rubare portafogli e cellulari dagli zaini dei turisti. Un giorno gli si sono avvicinati e lo hanno messo in guardia, e lui, per niente intimorito, ha risposto: “Devo portare il pane a casa, non intralciarmi o ti ammazzo…”.
In edicola oggi un reportage completo di Connie Transirico sull’edizione palermitana del Giornale di Sicilia