Quando c’è Aterballetto, anche i musei danzano: Mercoledì 3 e giovedì 4 luglio, ore 19:00 e 21:00, Classe Ravenna – il museo della città e del territorio di Classe – viene conquistato da MicroDanzail progetto ideato da Gigi Cristoforetti per portare performance molto brevi, di sei-otto minuti, in spazi inconsueti per la danza.
Otto coreografi per otto pezzi da vedere in successione, come in un museo, uscendo dalle dinamiche sceniche tradizionali che vogliono spettatori separati dagli interpreti: così il nuovo evento di Ravenna Festival, reso possibile dalla collaborazione con Fondazione RavennAntica, rinnova l’intreccio tra patrimonio storico-archeologico e spettacolo dal vivo. Già applaudito ad Atene, Bruxelles e Madrid, MicroDanze è un cortocircuito di codici e linguaggi, un nuovo modo di emozionarsi attraverso la danza. Così la narrazione del museo Classis – la storia di una città dalle origini etrusco-umbre all’antichità romana, dalla fase gotica e bizantina all’alto medioevo – corre parallela al racconto della danza: riflessioni, esplorazioni e interrogativi in forma coreografica, con la firma di Angelin Preljocaj, Philippe Kratz, Francesca Lattuada, Elena Kekkou, Ina Lesnakowski, Fernando Melo, Diego Tortelli e Daniele Ardillo.
Near Life Experience di Angelin Preljocaj è un’esplorazione a due danzatori di un territorio liminale dell’esistenza, quello a cui il corpo accede durante uno svenimento, una trance, un’estasi; così il celebre coreografo, paladino della nouvelle danse francese, mette in scena una sorta di eclissi del sé, il momento in cui il soggetto è assente. La riflessione sull’esperienza umana è al centro anche di Active Motivation di Elena Kekkou: osservando il fluire del movimento della performer troviamo il moto naturale e ininterrotto delle onde, il senso di un’esistenza unica e infinita, eppure sempre intenta a intersecarsi con altre linee. Platform02, il primo passo di Ina Lesnakowski nei territori della coreografia, è invece una sfida lanciata alla danzatrice ad adattare il movimento a uno spazio che si riduce progressivamente; un modo per interrogare tutti noi su quanto spazio abbiamo realmente bisogno e quanto possiamo e vogliamo lasciare alla natura e alle altre specie.
Per Eppur si muove di Francesca Lattuada la performer avvolta nel raffinato e impalpabile costume disegnato da Bruno Fatalot si muove solenne su un piedistallo-botte, trascinata dalla nota dolente e misteriosa dell’Allegretto di Beethoven: una danza che affascina e seduce, imponente come un canto di preghiera. Il palcoscenico per i due danzatori in A Gig di Diego Tortelli è invece un tappeto persiano. Nel gergo rock, un gig è solitamente un numero di apertura o di chiusura che serve a scaldare il pubblico all’inizio di un concerto o a congedarlo, una breve esibizione che cattura lo stile, le vibrazioni e l’intensità della band; allo stesso modo, le performer diventano qui “strumenti glamour di seduzione”.
In The Bell Jar di Fernando Melo la danza diventa un’illusione ottica: la danzatrice proietta la sua immagine in movimento su una pellicola, quasi fosse intrappolata in una campana di vetro che distorce la sua visione del mondo e le impedisce di entrare in contatto con gli altri. Anche Afterimage di Philippe Kratz ha una forte componente visiva. La performer è immersa in un ambiente di colori scelti secondo la teoria del cerchio cromatico di Goethe, intrecciando proiezioni video, movimento e suono. Partendo invece dalle riflessioni dell’antropologo e filosofo René Girard sulla diffusa esperienza del capro espiatorio nella nostra società, Shelter di Saul Daniele Ardillo contrappone movimento e staticità come vecchio e nuovo, sacrificato e sacrificante.
Info e prevendita: 0544 249244 – www.ravennafestival.org
Biglietti: ingresso 5 Euro
