Rimini. «Carcere, situazione arcaica». 160 detenuti in 118 posti regolari – .

Rimini. «Carcere, situazione arcaica». 160 detenuti in 118 posti regolari – .
Rimini. «Carcere, situazione arcaica». 160 detenuti in 118 posti regolari – .

“Sovraffollamento medio al 136%. In totale 160 persone rinchiuse nei 118 posti regolamentari. E 65 casi di autolesionismo solo nel 2023”. È un bilancio disarmante, quello sintetizzato da Ivan Innocenti, esponente del Partito radicale, a pochi giorni dalla seduta della Seconda commissione del Comune di Rimini sul tema del carcere. “Una situazione di emergenza che va risolta al più presto – sottolinea Innocenti -. Ne va della sicurezza della nostra comunità”.

Dall’inizio del 2024 sono 49 le persone morte per suicidio nelle carceri italiane. Nei giorni scorsi il Procuratore generale della Corte dei conti, Pio Silvestri, ha ammonito a utilizzare al meglio «le risorse pubbliche per garantire la sicurezza di tutti». Risorse che, come emerso nel corso dell’incontro, non vengono utilizzate come dovrebbero. La segnalazione inviata dalla Regione, spiega il garante regionale Roberto Cavalieri, rivela che non sono stati spesi tutti i soldi del finanziamento dell’anno scorso. «È scandaloso – commenta – che lo Stato ti dia fondi che poi non vengono utilizzati». La direttrice del carcere di Palma Mercurio, nel fare il punto della situazione, si sofferma soprattutto sul problema della stagione. «L’aumento della popolazione durante l’estate aumenta la pressione sul carcere», spiega. Da qui la richiesta di poter disporre di più agenti, nel caso in cui si rendesse necessario gestire situazioni di tensione. Con i detenuti che, di per sé, rappresentano «la forma più grave di emarginazione sociale, per bassa istruzione e precarie situazioni familiari». Da non trascurare le condizioni della quinta sezione, che d’estate «sfrigola di caldo e diventa un luogo invivibile». Posizioni, quelle di Mercurio, riprese anche dal garante riminese Giorgio Galavotti. «C’è chi preferisce i trattamenti degradanti della prima sezione – spiega – per ottenere come indennizzo una riduzione dei giorni di detenzione». Anche se, aggiunge poi, «il clima interno del carcere è assolutamente buono, anche per quanto riguarda l’atteggiamento della polizia penitenziaria».

Non sono mancate le lamentele, specie per la linea 16 degli autobus – quella che collega carcere e città – che “funzionerebbe a intermittenza, e per la quale bisognerebbe aumentare il numero delle corse”. Per non parlare dei settori carcerari, tutti sotto organico, con allegata proposta di aumento dell’indennità di rischio per il personale. Cavalieri, per concludere in bellezza, definisce “arcaica” la posizione del carcere di Rimini. L’unico, insieme a Ravenna, che “non vede al suo interno aziende locali che consentano ai detenuti di svolgere attività”.

Un rifiuto netto, quindi? Non proprio. Secondo Galavotti, la struttura di Rimini è ancora una “struttura che, attraverso la direzione e i reparti, cerca di gestire al meglio i bisogni”. A testimoniarlo, i percorsi di cura che, come dimostra il caso dei detenuti in semilibertà che lavorano fuori dal carcere, portano “risultati che spiccano sul territorio”. Nella serie: non tutto è (ancora) perduto.

 
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