Per la prima volta a Salerno la “Seven Seas Grandeur” – .

Per la prima volta a Salerno la “Seven Seas Grandeur” – .
Per la prima volta a Salerno la “Seven Seas Grandeur” – .

Salerno, 22 maggio 2021 – I dati odierni diffusi dall’Ente Nazionale Bilaterale del Turismo gettano luce sulla devastazione che la pandemia di Covid-19 ha causato al turismo italiano. Nel 2020, quello che probabilmente verrà ricordato come l’annus horribilis per il turismo, il numero di persone impiegate nel settore è diminuito drasticamente: le giornate retribuite sono diminuite del 38%. Inoltre, 200.000 posizioni stagionali e 150.000 posizioni permanenti sono state letteralmente polverizzate.

Per il settore dell’ospitalità l’anno appena trascorso si è chiuso con una perdita di 233 milioni di presenze, con un calo medio del 53,4% rispetto all’anno precedente e con punte che, in alcune località, hanno superato l’80%. Il costo occupazionale di questa catastrofe è un crollo del 37,3% dell’occupazione dei dipendenti negli alberghi italiani, con punte del 45,5% per quanto riguarda i rapporti di lavoro a tempo determinato. A questo dato va aggiunto quello relativo all’integrazione salariale, che nel 2020 ha raggiunto oltre mezzo miliardo di ore per alberghi e ristoranti.

“Questa emorragia di professionalità rischia di compromettere la capacità di ripresa del settore – ha dichiarato il Presidente di Federalberghi, Bocca di Bernabò – e provocano una profonda crisi sociale. È necessario creare le condizioni per recuperare i livelli occupazionali pre-Covid, intervenendo principalmente sul costo del lavoro. Le misure adottate con il nuovo decreto sostegno vanno in questa direzione ma Saranno necessari ulteriori sforzi per raggiungere l’obiettivo di un pieno rilancio del settore”.

Ulteriori riflessioni giungono dal Presidente della Federalberghi Salerno, Joseph Gagliano: “Sebbene leggere questi dati faccia venire i brividi, ci porta a considerare Quanto siamo fortunati a fare affari nella zona di Salerno dove, nell’ultimo anno, l’emorragia di posti di lavoro nelle strutture ricettive è stata su percentuali inferiori a quelle nazionali. Rispetto al 2019, il numero di lavoratori delle strutture ricettive che non hanno lavorato è stato di 1.400, ovvero il 17% in meno.

L’ultima stagione turistica, anomala nelle modalità di fruizione della vacanza e di breve durata, ha determinato una forte riduzione dei periodi di assunzione di lavoratori rispetto al passato. Siamo ancora ottimisti per la prossima estate, una stagione 2021 che inizia con un mese di anticipo rispetto all’anno scorso e, cosa molto importante, con una campagna vaccinale che, pur tra mille difficoltà, procede giorno dopo giorno”.

 
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