“La nostra è una rivoluzione dolce che parte dalla partecipazione” – www.anci.it – .

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I nuovi sindaci

Il sindaco: “Lavoro, sociale, cultura e recupero del verde urbano le nostre priorità”

Vittoria Ferdinandi è la prima sindaca donna nella storia di Perugia. Una vittoria che nasce da quello che lei definisce “un nuovo processo di risocializzazione della politica”, in cui la partecipazione torna a essere al centro del dibattito cittadino. La neo sindaca vince dopo aver attraversato i 52 quartieri di una città di 160mila abitanti, undicesima in Italia per estensione. Un successo ottenuto grazie a una straordinaria capacità di “connessione emotiva” instaurata con i cittadini perugini. Anche questo sembra frutto di una politica che ha saputo promuovere una coalizione molto ampia che si fonda su una nuova idea di città. Quella aperta, inclusiva e plurale che Ferdinandi ha sempre promosso e praticato attraverso il suo impegno civile e professionale. Due lauree, una in psicologia politica e una in psicologia clinica. Nel 2021, Ferdinandi è stata nominata Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella “per il suo contributo nella promozione di pratiche di autonomia e inclusione sociale per pazienti psichiatrici”, svolto all’interno del ristorante “Numero Zero” da lei gestito. “In questo straordinario viaggio ho avuto la conferma che Perugia ha ancora un’anima fiera, fiera e indomita”, afferma il neo sindaco che ammette “il nostro compito era quello di risvegliarla e, credo, ci siamo riusciti davvero”.
Questo risultato, per Ferdinandi, rappresenta un segno tangibile che la città vuole tornare a essere viva, vivace e ambiziosa. “Attraverso l’ascolto – spiega – la partecipazione e l’attenzione siamo riusciti a rilanciare il dibattito politico, chiamando migliaia di persone a dare il loro contributo di idee e progetti. Abbiamo scritto un programma insieme alla città. Questo ha fatto la differenza, ben consapevoli che Perugia ha la necessità primaria di ricucire il rapporto tra centro e periferia”.
Perugia, insomma, ha creduto in una rivoluzione dolce e “da oggi dobbiamo dare seguito agli impegni presi, partendo proprio dalla partecipazione che ci auguriamo possa diventare uno strumento di governo della città”, precisa il sindaco di Perugia spiegando la volontà di “far rivivere, nello spirito e non nella struttura burocratica, i 13 vecchi quartieri. Li chiameremo Case della partecipazione, dove le persone avranno di nuovo un luogo dove discutere, proporre idee e rappresentare le proprie istanze all’amministrazione comunale”.
Altra priorità sarà l’attuazione della legge regionale sull’amministrazione partecipata. “Il sistema di co-programmazione e co-progettazione – sottolinea – diventerà l’ossatura portante di una nuova idea di governo. “Pensiamo a una città che recupera spazi verdi, attenta alle risorse naturali. Immaginiamo una città che sappia interpretare al meglio il ruolo di capitale del ‘Cuore verde d’Italia'”. A questo proposito, “è necessario ridefinire un rapporto tra città e paesaggio in un quadro urbano a consumo di suolo zero”.
Ferdinandi ha le idee chiare anche sui temi del lavoro, del sociale e della cultura: “torneranno centrali” e sul rapporto con gli altri comuni umbri, con la provincia di Perugia e con la Regione: “ci aspettiamo di instaurare un rapporto di stretta collaborazione. Riteniamo giusto che la città capoluogo torni a far sentire la propria voce su temi importanti come infrastrutture, sanità e rifiuti.
“Credo che, in questo senso, il rapporto con l’Anci regionale e nazionale sia fondamentale. Ci sono temi, come l’immigrazione e i richiedenti asilo, che devono vedere i Comuni italiani più protagonisti affinché il Governo possa dare risposte adeguate a problemi così sentiti e complessi”.

 
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