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«Gli interventi di emergenza non bastano più» – .

«Gli interventi di emergenza non bastano più» – .
«Gli interventi di emergenza non bastano più» – .

di Daniele Bovi

Una criticità media con un trend in peggioramento. È questo, in estrema sintesi, il quadro emerso dall’ultimo Rapporto sulla situazione idrica in Umbria, discusso la scorsa settimana nel corso della riunione dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale.

Piove Partendo dalle precipitazioni, tra settembre 2023 e maggio 2024 si parla di un deficit del 12 per cento nonostante le consistenti precipitazioni di novembre, marzo e maggio, con punte di oltre il 40 per cento tra dicembre e febbraio. Una situazione che ha messo in sofferenza i sistemi idrici sotterranei, tanto che gli attuali livelli delle falde acquifere e la portata delle sorgenti continuano a essere inferiori alle medie storiche.

GRAFICO: LIVELLO DEL LAGO DAL 1968 AL 2023

Trasimeno Continua a preoccupare la situazione del lago Trasimeno. A inizio giugno il livello era di -1,24 metri sotto lo zero idrometrico (il dato peggiore insieme a quello del biennio 2003-2004), con una stima che per settembre suggerisce -1,70 metri. Le serie storiche dal 1968 mostrano poi una diminuzione dell’aumento nei mesi da agosto ad aprile, motivo per cui il Rapporto sottolinea che se il trend continua questo “porterà a una significativa riduzione dei livelli nei prossimi anni”.

Dighe e sorgenti Per quanto riguarda l’invaso di Montedoglio, sono disponibili 120 milioni di metri cubi, il massimo riempibile in questa fase, mentre a fine lavori arriveranno a 130. Quanto alla diga di Arezzo, utilizzata dal distretto irriguo della Valle Umbra meridionale, il volume attualmente disponibile per l’irrigazione è del 67 per cento, il che non garantisce il soddisfacimento delle quantità necessarie. Le sorgenti hanno comunque portate superiori – ma non di molto – a quelle medie nei periodi di siccità e quindi, in prospettiva, potrebbero sorgere problemi nel periodo tardo estivo.

Altri dati Interessanti anche le serie storiche relative alle sorgenti Bagnara e Lupa per i mesi di luglio dal 1998 al 2024: l’andamento della portata media è negativo e se dovesse continuare ciò determinerebbe una “significativa crisi idrica, con una scarsità di risorse sempre più preoccupante”. Gli esperti della Regione auspicano quindi l’istituzione di sistemi di monitoraggio con serie storiche più lunghe possibili “se vogliamo comprendere adeguatamente il futuro che ci attende”. Un fronte su cui occorre investire. Sempre restando in tema di portata delle sorgenti, le simulazioni ipotizzano un deficit complessivo di 510 litri al secondo a metà settembre.

Investimenti Nel complesso, il Rapporto parla di un “trend climatico attuale ormai consolidato”, caratterizzato da cambiamenti che possono essere molto più rapidi “della nostra capacità di adattamento”. Una situazione che “non può più essere affrontata con azioni di emergenza” ma piuttosto con una “strategia di medio e lungo termine”. Centrale sarà la creazione e lo sviluppo di reti di monitoraggio e modelli di analisi, nonché investimenti di medio e lungo termine “per garantire la resilienza dei principali sistemi umani e naturali”.

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