”Gli invisibili di San Zeno” by Maurizi arrives at Ombre festival
Lo scrittore poliziesco ha presentato il suo ultimo lavoro, un thriller storico
02/07/2024 – 07:48
di Andrea Farronato
VITERBO – “Gli invisibili di San Zeno”, l’ultimo libro di Alessandro Maurizi, edito da Mondadori, approda al festival Ombre. La presentazione è avvenuta sabato scorso. Maurizi, non solo scrittore di talento ma anche poliziotto e presidente del Festival, è riuscito a conquistare il pubblico con il suo thriller storico, intrecciando abilmente mistero e storia.
L’Ombre Festival, noto quest’anno per il suo motto “Volgi il viso al sole e le ombre cadranno dietro di te”, ha trovato la sua incarnazione questa sera. Maurizi, attraverso il suo lavoro, ha dimostrato come affrontare le ombre del passato per scoprire verità nascoste.
Il libro, ambientato a Verona alla fine dell’Ottocento, racconta la storia di un gruppo di emarginati, gli “Invisibili”.
Maurizio C.ciao ci sono gli invisibili?
”Sono persone ai margini della società, che passano inosservate agli occhi della gente ma che, allo stesso tempo, osservano tutto. Il gruppo è composto da personaggi unici: Federico Giorgi, un personaggio reale, veste i panni di un giovane avvocato. Accanto a lui, troviamo una prostituta, un bambino di 10 anni, che rappresenta il ‘whatsapp’ dell’epoca perché porta messaggi da una parte all’altra della città conosciuti da tutti e a loro volta conosciuti da tutti, e una guardia di pubblica sicurezza quasi in pensione. Questa squadra si troverà a indagare su un caso che li porterà a occuparsi dell’emigrazione di migliaia di contadini verso la ‘terra promessa’, il Nord America, che si rivelerà tutt’altro che una promessa”.
Perché raccontare questa storia?
”Perché lavorando sulle fonti utilizzate per scrivere il libro ho scoperto che la prima immigrazione italiana in Sud America fu indotta dagli agenti dell’immigrazione che, girando per le campagne, convincevano i “miserabili” con false promesse di benessere. Una lettera di un ragazzo indirizzata alla madre racconta la delusione perché quello che trovò in Brasile non assomigliava a quanto descritto: le strade non erano d’oro, anzi non esistevano affatto, dovevo essere io a costruirle”.
Chi scrive “Gli invisibili di San Zeno”, il poliziotto o lo scrittore?
”È scritto lavorando nel senso che mentre lavoravo ho affrontato tante situazioni che poi mi hanno ispirato nella scrittura del romanzo e mi hanno portato qui a Viterbo a presentare il libro”.
Maurizi, parli con passione del tuo processo creativo e della ricerca storica che ha alimentato il tuo romanzo…
“La storia è una fonte infinita di ispirazione e il mio obiettivo è quello di dare vita al passato attraverso i miei personaggi, mostrando come le loro esperienze risuonino ancora oggi.”
La serata è stata resa ancora più emozionante dalla presenza di Eva, la figlia dello scrittore, che ha presentato il libro al pubblico con parole piene di emozione e orgoglio. Le sue riflessioni hanno offerto uno sguardo intimo e personale su Alessandro Maurizi e sulla sua dedizione alla scrittura e alla sua professione.
Il 29 giugno, all’interno Festival Ombre, Alessandro Maurizi ha presentato la sua ultima opera dal titolo ‘Gli invisibili di San Zeno’. Maurizi, non solo scrittore di talento ma anche poliziotto e presidente del Festival, ha saputo conquistare il pubblico con il suo thriller storico, intrecciando abilmente mistero e storia.
Il Festival, noto quest’anno per il suo motto “Volgi il viso al sole e le ombre cadranno dietro di te”, ha trovato la sua incarnazione in questa serata. Maurizi, attraverso il suo lavoro, ha dimostrato come affrontare le ombre del passato per scoprire verità nascoste.
Il libro, ambientato a Verona alla fine dell’Ottocento, racconta la storia di un gruppo di persone emarginate.Gli invisibili”.
Chi sono gli Invisibili?? Maurizi risponde così:
“sono persone ai margini della società, che passano inosservate agli occhi della gente ma che, allo stesso tempo, osservano tutto. Il gruppo è composto da personaggi unici: Federico Giorgi, un personaggio reale, veste i panni di un giovane avvocato. Accanto a lui, troviamo una prostituta, un bambino di 10 anni, che rappresenta il ‘whatsapp’ dell’epoca perché porta messaggi da una parte all’altra della città conosciuti da tutti e a sua volta conosciuti da tutti, e una guardia di pubblica sicurezza quasi in pensione. Questa squadra si troverà a indagare su un caso che li porterà a occuparsi dell’emigrazione di migliaia di contadini verso la ‘terra promessa’, il Nord America, che si rivelerà tutt’altro che una promessa.
Perché raccontare questa storia?
Perché lavorando sulle fonti utilizzate per scrivere il libro ho scoperto che la prima immigrazione italiana in Sud America fu indotta dagli agenti dell’immigrazione che, girando per le campagne, convincevano i “miserabili” con false promesse di benessere. Una lettera di un ragazzo indirizzata alla madre racconta la delusione perché quello che trovò in Brasile non assomigliava a quanto descritto: le strade non erano d’oro, anzi non esistevano affatto, dovevo costruirle io.
Chi scrive “Gli invisibili di San Zeno”, il poliziotto o lo scrittore?
“È scritto lavorando” nel senso che lavorando ho affrontato tante situazioni che poi mi hanno ispirato a scrivere il romanzo e mi hanno portato qui a Viterbo a presentare il libro.
Durante l’intervista, Maurizi ha parlato con passione del suo processo creativo e della ricerca storica che ha alimentato il suo romanzo. “La storia è una fonte infinita di ispirazione”, ha affermato, “e il mio obiettivo è quello di dare vita al passato attraverso i miei personaggi, mostrando come le loro esperienze risuonino ancora oggi”.
La serata è stata resa ancora più emozionante dalla presenza di Eva, la figlia dello scrittore, che ha presentato il libro al pubblico con parole piene di emozione e orgoglio. Le sue riflessioni hanno offerto uno sguardo intimo e personale su Alessandro Maurizi e sulla sua dedizione alla scrittura e alla sua professione.
