Accordi, ricorsi e violazioni della vigilanza. Dopo Crt ecco la Fondazione Sicilia – .

Accordi, ricorsi e violazioni della vigilanza. Dopo Crt ecco la Fondazione Sicilia – .
Accordi, ricorsi e violazioni della vigilanza. Dopo Crt ecco la Fondazione Sicilia – .


14:19 Martedì 02 luglio 2024

Lo fanno tutti, dalle Alpi alla Trinacria. Mentre il ministero dell’Economia e delle Finanze esamina la questione dell’ente torinese, a Palermo arriva uno spaccato di tratti paradossali. Un presidente eletto “non candidato” che ripesca lo sconfitto. Il peso di Bonsignore


Acque sempre più agitate nel mondo delle ex fondazioni bancarie. Mentre aspettiamo di capire come andrà a finire la storia Crt altre onde sembrano infrangersi su altre rive. Capita che nella terra del leopardo, quella che un tempo si chiamava Fondazione Banca di Siciliache ha ormai eliminato il riferimento all’istituto di credito da cui trae origine, sta ora perdendo anche quella che per decenni è stata la sua dimensione regionale, restringendosi sempre più all’interno del capoluogo siciliano.


Non solo i componenti degli enti sono sempre più espressione della città normanna, ma gli interessi principali circolano da tempo nei salotti di Palermo. Dopo l’era del prof. Giovanni Puglisi, alla guida della Fondazione per oltre dieci anni, nel 2016 le redini sono passate all’avvocato Raffaele Bonsignore, nel cui mandato si è distinto nell’organizzazione di eventi e mostre nei sontuosi palazzi dell’istituzione. Ma la stagione di Bonsignore, come tutte, si è conclusa lo scorso maggio, e così la Fondazione Sicilia ha iniziato un nuovo corso, con la presidenza del professore Maria Concetta Christmas.

In realtà l’unica novità che sembra essere accaduta è il modo in cui si è svolta la lunga riunione dell’organo di governo (che nella fondazione siciliana si chiama Consiglio Superiore ed è composto da 13 membri), caratterizzata, a detta degli addetti ai lavori, da sospensioni varie, richieste di invio del verbale al Ministero dell’Economia e delle Finanze, bocciatura del vicepresidente proposto dal nuovo presidente, e dopo più di un mese siamo ancora lontani dall’approvazione del verbale e dalla verifica dei requisiti dei componenti.


La stessa seduta che portò all’elezione dello storico dell’arte Di Natale si svolse in un clima tutt’altro che sereno, con sospensioni dei lavori e colpi di scena. Dopo una prima interruzione, necessaria per fotocopiare e distribuire i curricula vitae dei consiglieri ai membri del Consiglio superiore, come richiesto dal Angelo Attaguileun politico della Lega Nord che si è definito “rappresentante del Ministero dell’Economia e delle Finanze”, avrebbe proposto come suo successore Bonsignore Guido Gianferrara come “soluzione di continuità”, essendo stato fino a poche settimane prima il segretario generale della fondazione sotto il suo mandato. Secondo il addetto ai lavori a quel punto, il consigliere Attaguile avrebbe chiesto di procedere con lo scrutinio segreto, giustificando la richiesta con precise “istruzioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze” che avrebbe ricevuto. Una procedura che, pur senza precedenti nella storia della fondazione, i cui presidenti sono sempre stati eletti a scrutinio palese o per acclamazione, viene approvata con 7 voti favorevoli e 6 contrari, costringendo però il consigliere Ermanno Arslan, collegato da remoto, a rinunciare al voto in quanto non esistevano strumenti che ne garantissero la segretezza.

Dopo l’investitura di Bonsignore, l’arrivo di Gianferrara al vertice sembrava fatto. Dopo aver illustrato il programma del suo mandato e preso atto dell’assenza di altri candidati, non restava che attendere lo spoglio. Nessuno si è candidato, nessuno ha preso la parola, non c’è stato dibattito, ma allo spoglio, ecco la sorpresa: è stata eletta con 7 voti per Di Natale contro 4 per Gianferrara e uno per l’assessore Valeria Li Vigni.


Lo sconfitto Gianferrara non la prende bene, chiede la verbalizzazione delle dichiarazioni di Attaguile e la trasmissione dei verbali al Ministero dell’Economia e delle Finanze, individuando una presunta violazione dello Statuto e delle norme che regolano le Fondazioni (che escludono espressamente sia che i consiglieri siano rappresentanti degli organi di nomina sia che possano in alcun modo influenzare le decisioni degli organi delle Fondazioni che come tali sono autonomi e indipendenti). Per quanto paradossale possa sembrare, per la prima volta a scrutinio segreto e a maggioranza, in assenza di dibattito e con un’unica candidatura espressa poi persa (Gianferrara), alla Fondazione Sicilia viene eletto un “non candidato”. Una situazione che alimenta i sospetti su un “accordo” più o meno nascosto tra una parte dei consiglieri. Non come quello di Torino, perfino scritto, ma attuato concretamente prima nella richiesta della modalità di voto e poi nell’elezione del professore “non candidato”. Giusto il tempo di ricevere le congratulazioni e la nuova presidentessa come primo atto propone Attaguile come suo vice, che però viene colpito e abbandona la seduta annunciando ricorsi. Dopo una lunga sospensione, un altro colpo di scena: Gianferrara viene eletto all’unanimità vicepresidente.

Entrato in conclave da Papa, il cardinale Gianferrara ha suggellato la liturgia di rito bonsignore. L’ex presidente, infatti, continua a esercitare una grande influenza. Nell’ultimo periodo della presidenza bonsignore, alla Di Natale è stata affidata la curatela di alcune mostre organizzate dalla Fondazione Sicilia e, sempre sotto il suo mandato, poco prima che lo stesso professore assumesse l’incarico nel Consiglio superiore, ha acquistato, direttamente e tramite la società strumentale Sicilia arte e cultura, un numero significativo del libro contenente scritti in suo onore (Beauty, Idea and Form. Studies in Honor of Maria Concetta Di NatalePalermo University Press, 2022).


Con l’elezione, per la prima volta, di una donna al vertice, si potrebbe effettivamente pensare a un cambiamento, come riportano le notizie dei quotidiani locali; tuttavia, i primi passi del nuovo presidente sembrano invece confermare la presenza continuata di Bonsignore. Certo, l’ex presidente se n’è andato, ma il suo fidato socio, l’avvocato Giuseppe Di Cesarenella prima seduta del Consiglio di Amministrazione è stato confermato vicesegretario generale, vedendo così rinnovata la nomina voluta dallo stesso Bonsignore nel 2022 e per la quale ha fatto realizzare un’apposita sala completamente arredata. Lo stesso avvocato Di Cesare è anche vicedirettore della società strumentale Sicily art and Culture srl, partecipata al 100% dalla Fondazione Sicilia e sottoposta a direzione e coordinamento da parte di quest’ultima. Ma il neopresidente non si è limitato a proporre la nomina del socio di studio di Bonsignore ma ha anche ritenuto opportuno nominare lo stesso ex presidente di una Commissione con il compito di occuparsi di tutti gli aspetti inerenti al progetto di riqualificazione dell’area di Piazza Guzzetta dove la Fondazione Sicilia ha acquistato un immobile che sarà oggetto di riqualificazione urbana; il progetto di riqualificazione costituisce un’opera tutt’altro che irrilevante, almeno per i costi finora previsti che superano i 5 milioni.

La nomina di Bonsignore è quantomeno discutibile alla luce del limite dei due mandati stabilito dall’Accordo Acri/Mef del 2015 che, “al fine di assicurare la sostituzione dei componenti degli organi”, prevede il divieto per chi abbia ricoperto per due mandati consecutivi incarichi negli organi delle Fondazioni di ricoprire altri incarichi nei tre anni successivi; ciò è particolarmente vero in quanto l’incarico conferito alla Commissione, oltre a essere estremamente generico, non distingue tra funzione consultiva e gestione operativa in relazione ai compiti assegnati (cura di tutti gli aspetti inerenti al progetto di riqualificazione).


La vita è fatta di coincidenze e così, per puro caso, anche l’altro socio dello studio Bonsignore, Antonio Garganosvolge un ruolo importante nella Fucino Bank di cui la Fondazione Sicilia è divenuta azionista e partner del patto proprio sotto la presidenza Bonsignore. Guarda caso la segretaria dello studio legale Bonsignore è anche la moglie di un dipendente della Fondazione. E ancora per puro caso, scorrendo i nomi proposti in occasione del rinnovo del Consiglio Superiore dagli Enti designanti, si trova anche l’avv. Peter Philip Canzoneri che fino a poco tempo fa era collaboratore dello studio Bonsignore. Un nome che era già presente nell’elenco dei designati dalla Regione Sicilia nel 2023 insieme a un altro avvocato che era già collaboratore dello studio Bonsignore. Ed è anche una pura coincidenza che tra le due presidenze di Bonsignore e Di Natale, la moglie del presidente uscente abbia trovato spazio anche nelle iniziative della Fondazione, contribuendo all’allestimento di una mostra e intervenendo, proprio pochi giorni fa, alla presentazione del relativo catalogo.


(prima parte)

 
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