Il Coordinamento nazionale docenti della disciplina dei diritti umani segnala che nei giorni scorsi a molti docenti residenti in città che nel corso degli anni sono diventate nuove province è stata revocata definitivamente la tessera SPID. Le email ricevute riportano le seguenti motivazioni: “Gentile Utente, al fine di garantire la sicurezza e l’autenticità delle identità digitali rilasciate, siamo tenuti a effettuare periodicamente dei controlli interni per validare le informazioni degli utenti SPID. Tali controlli vengono effettuati confrontando i dati registrati nel sistema di gestione delle credenziali SPID con quelli disponibili nelle banche dati nazionali consigliate dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). In caso di esito negativo dei controlli, l’identità digitale viene revocata definitivamente.
A seguito dei controlli effettuati, siamo stati costretti a revocare la tua identità digitale SPID LepidaID.
Di seguito vi forniamo i dettagli degli errori riscontrati nei controlli:
Provincia di nascita – Dato non corretto.”
In un periodo estremamente complesso per il mondo della scuola (Esami di Stato; Utilizzi e Incarichi temporanei) si aggiunge un nuovo percorso a ostacoli per i docenti che, tra un disagio e l’altro, saranno costretti a pagare nuovamente 20 euro per un servizio già pagato e revocato per il mancato adeguamento delle banche dati in possesso dell’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).
Chi ha contattato gli operatori di comunicazione delle diverse società di gestione del servizio SPID ha ricevuto risposta che, pur essendo a conoscenza del problema in questione, non potevano intervenire.
“Il CNDDU chiede con urgenza l’aggiornamento delle banche dati e il risarcimento dei danni o la riabilitazione dell’identità digitale. Invitiamo il Ministro del MIM, Prof. Giuseppe Valditara, a prenderlo in seria considerazione quando ciò accadrà”. Così in un comunicato stampa il prof. Romano Pesavento, Presidente del CNDDU.
