L’Umbria è in testa alla classifica italiana – .

L’Umbria è in testa alla classifica italiana – .
L’Umbria è in testa alla classifica italiana – .

Proposte indecenti, a volte vere e proprie molestie fisiche. Ma anche messaggi, avances offensive e iniziative disgustose via social. Il fenomeno delle molestie alle donne sul posto di lavoro pone la nostra regione su un triste primato nazionale. Solo il Piemonte fa peggio di noi. Lo stabilisce l’ultimo rapporto Istat sul fenomeno che vede, in Italia, l’incidenza in calo del 4,2% con il dato però influenzato dal covid e quindi dalla maggiore presenza dello smart working. Un calo quindi che non rispecchierebbe i dati reali. Mentre più in generale in Italia il 13,5% delle donne è vittima di molestie sul posto di lavoro.

Questo è il dato medio italiano: in Umbria, però, la percentuale sale alla preoccupante cifra del 16% di donne che dichiarano di sentirsi bersagliate da comportamenti indesiderati, fastidiosi e sempre più dannosi per il benessere psicofisico dei lavoratori. In Piemonte la percentuale arriva al 20,3% dei lavoratori, al secondo posto la nostra regione e poi seguono la Sicilia con il 15,8%, la Campania con il 15,7% e il Lazio con il 15,1%.

Le molestie sono un fenomeno che varia anche in base al titolo di studio. Sia le donne che gli uomini con un titolo di studio elevato sono più esposti al rischio. Il 14,8% delle donne di età compresa tra 15 e 70 anni con una laurea è molestato, rispetto al 12,3% di quelle con un titolo di studio medio-basso. Per gli uomini le rispettive percentuali sono del 3,2% e del 2,2%, sempre a livello nazionale. Le molestie alle donne avvengono sia in contesti lavorativi privati ​​per il 14,4% che pubblici per il 13,5%.

Guardando alle posizioni professionali delle vittime, tra gli uomini prevalgono le posizioni apicali: manager, imprenditori e liberi professionisti con il 4,4%, mentre tra le donne le più a rischio sono le operaie con il 16,4% e le impiegate e dirigenti con il 15%.

Gli intervistati si dichiarano consapevoli delle opportunità formative nel Nord-Ovest, soprattutto tra le donne (7,3%), mentre nelle Isole il dato è molto più basso (3,6% delle donne e 3,3% degli uomini), seguito dal Sud (5,3% donne e 4,8% uomini). Per gli uomini la percentuale più alta si registra nel Nord-Est (6,9%). Per le donne i picchi più elevati si registrano in Emilia Romagna (11,8%), Umbria (10%) e Toscana (9,8%). Vivere in centri con popolazione tra 2.000 e 10.000 abitanti implica maggiori opportunità formative per le donne (8,6%).

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