Federico Guidi è il nuovo allenatore del Milan Primavera e, subito dopo l’appuntamento, il tecnico ha parlato ai microfoni di MilanoTV: “Il Milan per me è un’emozione forte, non nascondo di essere un tifoso fin da piccolo. Arrivare qui a Casa Milan e vedere così tante foto, questi colori che mi hanno accompagnato nell’infanzia e nell’adolescenza è stato per me qualcosa di veramente speciale. Faticherei a trovare le parole giuste per descrivere quello che sto provando in questo momento. È motivo di grande orgoglio essere chiamato da un club prestigioso a livello mondiale come il Milan, e quindi sono anche consapevole delle grandi responsabilità che mi assumo. C’è grande felicità, ora è un turbinio di emozioni ma allo stesso tempo c’è una grande voglia di iniziare questo magnifico viaggio”.
Cosa ti porta via la tua esperienza a Roma? “La Roma per me è stata un’esperienza estremamente formativa perché è una società che mi ha dato tanto in questi due anni, ho avuto modo di vivere il lavoro quotidiano con mister Mourinho e poi con mister De Rossi. Ho avuto la fortuna di conquistare trofei importanti come la Coppa Italia e la Supercoppa. Peccato non essere riusciti a chiudere il nostro percorso vincendo lo scudetto, ma la cosa che mi è piaciuta di più sono stati i tanti esordi che siamo riusciti a fare portando i ragazzi in prima squadra, e credo che per noi del settore giovanile questa sia la nostra missione e il nostro più grande traguardo”.
A Milano incontrerà di nuovo Vergine“È stata la motivazione più forte che mi ha spinto ad accettare la proposta del Milan, oltre al grande prestigio del Club. Ho condiviso tanti anni con il professor Vergine, ho condiviso la visione del settore giovanile, la visione di come far crescere i giovani calciatori: condivido con lui tutti i valori che devono appartenergli per raggiungere il più grande obiettivo, ovvero cercare di proiettare quanti più calciatori possibili nel calcio che conta. È stato un grande propulsore per me, ora dopo tutti questi anni che abbiamo condiviso insieme abbiamo instaurato anche un rapporto che va oltre l’aspetto professionale”.
Cosa ti lascia in eredità Abate? “Il signor Abate, che ho avuto il piacere di conoscere in questi due anni che sono stato alla Roma, so quanto ha fatto bene. Gli ho fatto spesso i complimenti perché la squadra ha giocato un ottimo calcio, ha dato tanto ai ragazzi e li ho visti crescere in questi due anni. Condivido la filosofia del Club, penso che riuscire ad anticipare e accelerare il più possibile il percorso del giocatore che entra nel calcio adulto. Porterò tutte le mie esperienze, cercando di dare quel qualcosa in più per questo tipo di obiettivo seguendo la strada che è stata tracciata dal signor Abate”.
Quali idee ha? “Il mio modus operandi è andare a studiare e cercare di imparare il più possibile da chi sta facendo molto bene, in questo caso nel settore giovanile. C’erano tanti giocatori che avevano fatto il passaggio in seconda squadra all’estero e che hanno potuto proiettarsi nelle prime squadre di club con altissimi profili europei. Anche nelle nazionali maggiori. Per me era uno strumento che anche noi in Italia dovevamo realizzare. Penso che il Milan, come la Juventus e l’Atalanta, creda fermamente nel progetto U23. È uno strumento che ci consente di avere ancora più anni per allenare il ragazzo e soprattutto di non perdere mai il controllo per poi proiettarlo nella nostra prima squadra: è il risultato e l’obiettivo che ci siamo dati tutti”.
