Lutto nel mondo della Diocesi. Il vescovo emerito di Makeni (Sierra Leone), Giorgio Biguzzi da Cesena, è mancato nella notte tra domenica e lunedì a Parma, dove era ricoverato da una settimana in seguito all’aggravarsi della malattia. Nato a Calisese (Cesena) il 4 febbraio 1936, nel 1957 lasciò il seminario regionale per il noviziato tra i Saveriani, venendo ordinato sacerdote il 16 ottobre 1960. Il 17 novembre 1986 fu nominato vescovo di Makeni da papa Giovanni Paolo II. Nel 2013 fu assegnato alla Circoscrizione Saveriana d’Italia dove svolse vari servizi: ministero pastorale a Brescia (2013-2017), rettore della comunità di San Pietro in Vincoli (2018-2021) e ministero pastorale (2017-2023). Poi le sue condizioni di salute peggiorarono, trascorrendo quasi un anno intero presso la casa di cura “Fraternità San Lorenzo” a San Pietro in Vincoli. Il 29 aprile 2024, come da sua richiesta, fu assegnato alla Comunità Saveriana del IV Piano della Casa Madre.
“La scomparsa di monsignor Giorgio Biguzzi ci rattrista e ci avvicina alla sua famiglia e alla diocesi di Cesena-Sarsina, rappresentata dal vescovo Douglas Regattieri – afferma il sindaco Enzo Lattuca -. Monsignor Biguzzi, che per anni ha lavorato a importanti progetti legati all’infanzia e ai giovani in Sierra Leone, è stato un punto di riferimento per la comunità cesenate e il suo spirito missionario ha consolidato la fede di molti, diventando un esempio per molti. Nato, cresciuto e formatosi a Cesena, questo nostro illustre concittadino ha poi proseguito il suo cammino spirituale e di vita a Parma, nella città di Udine, fino ad arrivare negli Stati Uniti. Nel 1974, come missionario saveriano, viene inviato in Sierra Leone, dove dal 1975 al 1977 è rettore del Seminario minore della diocesi di Makeni e contemporaneamente ricopre l’incarico di vice regionale del Distretto saveriano della Sierra Leone, dove, come vescovo residenziale della diocesi, vi rimarrà fino al 2013. Gli siamo grati per essersi schierato dalla parte dei più fragili, i bambini soldato del piccolo Stato africano e per aver garantito a molti di loro una crescita e un’istruzione lontano dalle atrocità della guerra. Ha lottato per i diritti dei bambini, guardando sempre al loro futuro. Da questo insegnamento proseguiremo la sua opera, impegnandoci per un futuro di diritti per i giovani”.
