LIVORNO. Ha scoperto la leucemia nel 2022. E da allora, per sconfiggere la malattia, ha lottato come una leonessa. Senza mai arrendersi davanti a tutti gli ostacoli che le si paravano davanti e sottoponendosi a cure sperimentali che se non fosse stato per una moltitudine di complicazioni collaterali, ultima fatale una polmonite, l’avrebbero portata alla vittoria. A restare in vita. “Ma purtroppo – racconta la sorella Caterina – dopo una ricaduta è stato tutto più difficile, non ce l’ha fatta, nonostante abbia lottato con tutte le sue forze”.
La tragedia
Livorno piange Valentina Lassandro34 anni, cameriera fino al 2022 nel ristorante “Da Pino”, a Borgo: è arrivato l’annuncio della sua scomparsa Martedì 2 luglioOriginaria della cittadina pugliese di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, come la sua famiglia si è trasferita da piccola a Livorno, dove si è diplomata all’Ipsia Orlando. Una ragazza molto conosciuta in città, la cui scomparsa lascia un vuoto incolmabile tra i suoi tanti amici e conoscenti. Incredibile per una donna così giovane strappata all’esistenza. “Ha scoperto la malattia due anni fa – ricorda la sorella – e rischiava di morire già a fine 2022. Le ho donato il midollo osseo, è riuscita a sopravvivere, ma poi purtroppo c’è stata una ricaduta e abbiamo iniziato una cura sperimentale al policlinico Sant’Orsola di Bologna. Stava funzionando, dando buoni risultati, ma purtroppo le patologie correlate come le infezioni, in più occasioni, ci hanno costretto a interrompere momentaneamente le cure. A inizio giugno, ad esempio, è tornata a Livorno dopo il quarto ciclo di terapia. L’ultima crisi è stata respiratoria, una polmonite. Domenica scorsa siamo andati al pronto soccorso, poi il quadro clinico si è aggravato e la sera di Lunedì 1 luglio Ho ricevuto la terribile notizia. La polmonite è stata la causa della morte.”
Le parole della sorella
Caterina ricorda la sorella come una persona “forte, buona, combattente, una gran lavoratrice, amava tanto gli animali, aveva la passione per il colore blu, per i tatuaggi, con i buchi alle orecchie e io ero il suo punto di riferimento”. “Dalle lunghe degenze – continua la ragazza – mia sorella ne è sempre uscita vincitrice. Ha lottato come una leonessa e avrebbe sconfitto la malattia se non ci fossero state le infezioni legate alla fragilità delle sue difese immunitarie”. Lassandro vuole rivolgere “un ringraziamento speciale al reparto di ematologia dell’ospedale fiorentino di Careggi, in particolare al dottor Francesco Mannelli, perché il personale del reparto l’ha salvata più volte, l’ha sempre seguita e non l’ha mai abbandonata, le è stato di grande aiuto e supporto”. Ma non solo. Quando si è recata all’ospedale di viale Alfieri per le cure, “il medico di riferimento era Chiara Innocenti, che ha scoperto questo tipo di malattia, voglio ringraziare anche lei per tutto quello che ha fatto”.
