“La prima vittoria su questi campi è speciale” – .

“La prima vittoria su questi campi è speciale” – .
“La prima vittoria su questi campi è speciale” – .

Luciano impara in frettae questa prima parte del 2024 ne è testimone. E gli ci è voluto anche poco tempo per domare un ‘terreno’ scomodo e inesplorato come l’erba di Wimbledon. Nella sua prima apparizione in carriera ai Campionati, Luciano Darderi ha vinto una partita complicata, contro un tennista duro, e con pochissima confidenza con la superficie. “Per me sono le prime partite sull’erba – ha spiegato in conferenza stampa – Sono contento perché sinceramente non mi aspettavo di poter giocare così nelle ultime tre settimane. Qui, ad Halle, a Maiorca credo di aver dimostrato di poter fare bene anche su una superficie così difficile. Aver vinto oggi è speciale”.

La partita inaugurale sui prati di Church Road aveva iniziato in salita con la wild card di casa – e quindi ben addestrati nei segreti dei prati – Choinski: “Sotto due set a uno non avevo buone sensazioni – spiega -, avevo avuto un calo mentale dopo lo stop per pioggia, come era già successo a Parigi. Per fortuna ho recuperato e nel quarto set sono rientrato in partita. Sul 6-5 del quarto set ho giocato una grande partita e questo mi ha aiutato. Durante il secondo stop per pioggia sono tornato negli spogliatoi e mi sono guardato allo specchio. Mi sono detto di partire con la testa più forte e di non fare lo stesso errore del primo stop. Mi sono convinto che potevo vincere e questo mi ha aiutato”.

Da puro scavatore di terra, Luciano sta ancora studiando i segreti dell’erba: “Il servizio e il ritorno sono armi fondamentali – la sua analisi della superficie – il movimento è diverso ma dopo tre settimane penso di farlo già meglio. Mancano solo poche settimane all’erba ma nei prossimi anni penso che potrebbe diventare una buona superficie per me. Ci vogliono tempo e partite ma penso che potrò divertirmi in futuro. È tutto diversoi movimenti, gli scambi, mai più di 4 o 5, la mobilità… anche le palle break a favore o contro sono diverse, serve una concentrazione diversa. La mia superficie è la terra perché ci ho sempre giocato. Per salire in classifica, quando c’era lo swing sull’erba o sul cemento, giocavo solo i challenger. Ora che la classifica è buona giocherò tutto, cemento, erba, indoor”.

Darderi è stata una delle più belle sorprese del tour in questa stagione: “Sono orgoglioso di tutto quello che ho fatto in questa prima parte di stagione – spiega – qualificarsi per le Olimpiadi è un traguardo meraviglioso per qualsiasi atleta, poi giocare qui, a Roma, a Parigi… Da 130 sono passato a 35/36, è meraviglioso, ho lavorato duramente per riuscirci e mi sto divertendo”.

Al secondo turno lo attende Lorenzo Musetti: “Ho perso in semifinale a Torino – racconta – è un grande giocatore e lo stimo molto. La settimana scorsa è arrivato in finale al Queens e più in generale sull’erba ha sempre ottenuto grandi risultati. Cercherò di fare bene, peccato che ci siano due derby nel 2° turno, siamo stati sfortunati, perché ne rimarranno due fuori”.

A Wimbledon non lo conoscono molto bene, sorride e ci racconta velocemente la sua vita: “Sono andato a scuola argentina ma da bambino parlavamo solo italiano con mio padre e mio nonno – dice – Io l’ho imparato così. Sono cresciuto nel mito di Del Potro, quando ero piccolo in Argentina c’era il boom di Del Potro, come adesso c’è quello di Sinner in Italia. Allora crescendo ho apprezzato lo stile di Federer, spettacolare e bello da vedere. Ricordo la grande partita che lui e Nadal giocarono qui nel 2008. La partita più importante della stagione? Al Foro Italico con Shapovalov, era la prima volta sul Centre Court, 76 nel terzo set… Penso sia stata la migliore, non so se ho giocato molto bene ma è stata speciale. La prima a Roma, davanti a un grande pubblico e a tutta la mia famiglia”.

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