liberare le scuole dagli abusivi – .

liberare le scuole dagli abusivi – .
liberare le scuole dagli abusivi – .

Sig Francesco È morto 12 anni fa. In tutto questo tempo, la casa del suo custode non è stata consegnata al scuolaquindi al Comune. Al contrario. Veniva trasmesso ai figli e ai parenti, come se fosse un bene di famiglia, come un’eredità.

Napoli, istituto comprensivo statale napoletano “Ignazio di Loyola”, suona l’ora della legalità a scuola, dopo troppo tempo di inerzia amministrativa. Sono le prime conclusioni investigative dell’inchiesta Procura della Corte dei Contiche ha definito e inviato tre richieste di detrazione nei confronti di tre dirigenti che hanno gestito l’istituto scolastico negli ultimi otto anni.

Il blitz

In sintesi sono tre i dirigenti scolastici a cui si rivolge la procura regionale della Corte dei conti della Campania (il procuratore generale aggiunto) Ferruccio Capalbo e il Procuratore Generale Aggiunto Gaetano Cigliano) contestano una condotta colposa che ha arrecato al Comune di Napoli danni per oltre 26mila euro, oltre a 400 euro di acqua consumata e non pagata.

Secondo la ricostruzione fatta dalla Procura Giuseppinail danno patrimoniale riguarda l’occupazione illegittima dell’ex alloggio che da oltre un decennio era stato assegnato all’ex custode. Insomma, dopo la scomparsa di don Francesco, lì all’istituto comprensivo statale napoletano “Ignazio di Loyola” ci sarebbe stata una sorta di staffetta familiare. Accertamenti dei carabinieri, gli inquirenti accusano i tre mandanti di condotta dolosa perché non hanno mai denunciato al Comune e a NapoliServizi l’occupazione abusiva dell’immobile. Inerzia. E danno contabile. Ora ai gestori – che hanno 60, 70 e 67 anni – vengono contestati danni patrimoniali rispettivamente di 7.500 euro, 4.375 euro e 14.900 euro. Al lavoro i carabinieri della compagnia del Vomero, l’alloggio dove abitava il custode deceduto, a quanto si è appreso, è ancora occupato dagli eredi. Ma almeno, con l’invito a dedurre di ieri, si registra una svolta in nome della trasparenza, che renderà necessario sgomberare abusivamente i locali inutilizzati.

Nell’entroterra

Ma quella di ieri mattina non è l’unica retata contro scuole o alloggi occupati illegalmente. Nel giorno in cui il Comune di Napoli prova a liberare il Lungomare dai Chioschi abusivi, anche nell’entroterra scattano provvedimenti penali e amministrativi. Andiamo a Quarto, comune flegreo: sono stati i carabinieri a sgomberare gli alloggi di una scuola elementare – la Giovanni Falcone – occupati dall’ex custode. Non è la prima volta, da queste parti. Anzi.

Si tratta del sesto sgombero effettuato nel giro di sei mesi. E restiamo nell’area flegrea. Siamo ormai a Pozzuoli. Questa volta gli agenti della Questura, i carabinieri della compagnia di Pozzuoli e i militari della stazione carabinieri di Quarto, che hanno notificato lo sgombero ad alcuni occupanti abusivi di alloggi. Nei prossimi giorni – si apprende in zona – proseguiranno gli sgomberi delle abitazioni degli ex custodi delle scuole Elsa Morante, Mario Napoli e Azzurra.

Il precedente

Una sorta di riconquista del territorio, o meglio, degli uffici pubblici comunali. Da tempo c’è un’abitudine conservativa (e abusiva) che riguarda la gestione degli uffici scolastici adibiti a funzioni di custodia. Qualche mese fa, è stata una campagna giornalistica de Il Mattino a dare origine a un’inchiesta della Corte dei conti, in tema di custodi. Vi ricordate lo scorso autunno?

Al Vomero, zona collinare e borghese, sono state occupate otto case di ex custodi. Siamo al circolo scolastico di via Annibale Caccavello, quando sono arrivati ​​i militari. Per anni si era tollerato uno scenario di totale promiscuità. Stiamo parlando di familiari di ex custodi (ormai defunti da tempo) che avevano accesso all’interno della scuola, potendo controllare chiavi e codici di accesso per cancelli e ingressi. Una realtà denunciata in particolare dalla parlamentare dei Verdi Francesco Borrellidel consigliere comunale Verdi Gennaro Nastiche hanno acceso i riflettori su una massa di omissioni e inerzie che ora puntiamo a estirpare, con interventi concentrici. Non solo a Napoli, ma in tutta l’area metropolitana. Un’indagine che ora attende la risposta dei soggetti di volta in volta accusati. Un’indagine condotta dalla Procura della Repubblica, attendiamo gli esiti dell’analisi degli accertamenti (e delle controdeduzioni delle parti) nel corso dei rispettivi procedimenti.

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La mattina

 
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