controversia nazionale necessaria – .

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Un altro morto sui binari, a meno di cento chilometri e a meno di un anno dalla strage di Brandizzo. È accaduto ieri mattina a Meina, sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, in provincia di Novara, in località Vicolo Pozzo, dove ha perso la vita un operaio di 56 anni, schiacciato dai macchinari mentre lavorava in un cantiere ferroviario.

Come a Brandizzo, l’operaio faceva parte di un’impresa appaltatrice che sta eseguendo lavori per conto di Rfi. A differenza di Brandizzo, sulla linea Milano-Domodossola il traffico era già interrotto da giugno per lavori di adeguamento dei binari ai moderni treni merci.

Si chiamava Carlo Maletta ed era un geometra di Mantello, in provincia di Sondrio. Il cantiere si trova lungo la tratta che collega Meina ad Arona sulla linea per Milano. Secondo la ricostruzione più attendibile della dinamica, l’uomo è stato investito da un mezzo in movimento uscito dalla galleria nei pressi della quale è in corso un intervento per abbassare il livello dei binari per consentire ai treni merci di transitare nella galleria stessa.

I lavori sono stati affidati da RFI a un’impresa milanese, la Luigi Notari spa, che ha subappaltato questa parte degli interventi a un raggruppamento di imprese capeggiato dalla Quadrio Gaetano Costruzioni spa di Morbegno in provincia di Sondrio.

“Trasformiamo il dolore in quell’impegno quotidiano che esercitiamo attraverso le manifestazioni, gli scioperi e nella recente campagna referendaria: perché sul lavoro non si può morire – denuncia la Cgil -. Non è una società civile quella in cui continuiamo a registrare decessi, infortuni e malattie professionali: è necessario che l’indignazione si trasformi in senso di responsabilità da parte di tutti (lavoratori, imprese e istituzioni) per il rispetto delle regole volte a prevenire quelle che impropriamente vengono chiamate morti accidentali”, conclude la nota della Cgil Novara.

La morte arriva a due giorni dall’assemblea nazionale dei delegati e dei lavoratori dell’intero settore della manutenzione ferroviaria che Fillea Cgil, insieme alla Cgil, aveva già programmato per il 5 luglio a Vercelli, con Alessandro Genovesi e Maurizio Landini. Da mesi Fillea Cgil denuncia come Rfi non abbia rispettato gli impegni post-Brandizzo, che avrebbero dovuto garantire tutele ai lavoratori in appalto e subappalto.

“Vogliamo rilanciare le ragioni di un contenzioso importante, in un settore così importante la manutenzione è sempre più lo specchio di un certo modello di business, di una cultura del profitto che alimenta fretta nel lavoro, carichi eccessivi, diminuita attenzione alla salute e alla sicurezza, minore importanza alla conoscenza di chi lavora – scrive Fillea Cgil -. Un modello che, oltre a essere ingiusto, non premia nemmeno le aziende più serie, strutturate, attente alla qualità dei prodotti e dei processi”, conclude Fillea Cgil.

 
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