CATANZARO – In Italia esiste un’area grande quanto Lombardia, Veneto e Piemonte messi insieme, completamente priva di sportelli bancari. Per milioni di cittadini – soprattutto anziani – ciò significa sopportare gravi disagi e la mancanza di accesso ai servizi ormai necessari per la vita quotidiana. Il fenomeno si è aggravato negli ultimi anni e si aggrava ogni trimestre, senza che il ricorso sempre più intenso al digitale riesca a frenare l’abbandono dei territori da parte delle banche. Oltre alle persone fisiche, anche le piccole imprese stanno subendo le conseguenze della desertificazione con la tragica conseguenza di una riduzione del credito alle economie locali.
Proprio per monitorare il fenomeno, denunciarne le conseguenze e sensibilizzare tutti i soggetti coinvolti – banche, enti locali, associazioni di categoria, cittadini, imprese e lavoratori – La First Cisl ha lanciato più di un anno fa un “Osservatorio sulla desertificazione bancaria”. che riporta le analisi del Comitato Scientifico della Fondazione Fiba, sulla base dei dati trimestrali di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, sia a livello nazionale che regionale, utilizzando tabelle e grafici interattivi disponibili sul sito www.firstcisl.it.
Nell’ultima revisione trimestrale, l’Osservatorio si è arricchito di un nuovo indicatore – IPD, Indicatore Provinciale di Desertificazione – che assegna un punteggio a ciascuna provincia italiana in base alla percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza o con contatore, della popolazione residente , delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie.
In fondo alla classifica c’è la Calabria con appena 18 filiali ogni 100.000 abitanti: Vibo Valentia è all’ultimo posto, preceduta dalla provincia di Cosenza, a poca distanza da Catanzaro e Reggio Calabria, entrambe tra le ultime 10; solo la provincia di Crotone va un po’ meglio.
Comuni molto popolosi come Casali del Manco, Cetraro o Mendicino in provincia di Cosenza, Cutro o Strongoli in provincia di Crotone, Mileto in provincia di Vibo, Gioiosa Ionica o Motta San Giovanni in provincia di Reggio Calabria, Chiaravalle o Gizzeria in provincia di Catanzaro sono completamente prive di sportelli bancari. Il 73% dei comuni calabresi non ha sportelli bancari nel proprio territorio. 11 comuni sono stati abbandonati negli ultimi 12 mesi. Il fenomeno della desertificazione potrebbe aggravarsi ulteriormente, raggiungendo rapidamente il 90% del territorio: i comuni con una sola sede sono infatti il 17% del totale.
La desertificazione bancaria in Calabria colpisce una popolazione di 546.000 persone che vivono in comuni privi di banche (56.000 in più negli ultimi 12 mesi), mentre 316.000 persone vivono in comuni che hanno una sola filiale.
Dati negativi anche per le aziende a rischio senza filiale bancaria. Ad oggi sono 27.000 le imprese calabresi con sede in comuni che non vedono la presenza di alcuna banca: 3.100 in più negli ultimi 12 mesi; 18.000 imprese hanno sede nei comuni con un unico sportello bancario.
Anche i calabresi utilizzano pochissimo l’home banking: appena il 27% contro una media nazionale del 48%.
“Il tasso di chiusura degli sportelli bancari in Calabria è diventato insostenibile – commenta l’ dirigente della Prima Cisl Calabria Giovanni Gattuso – e mette l’economia della nostra regione è seriamente a rischio, in un momento decisivo rappresentato dalla messa a terra degli investimenti previsti dal Pnrr che richiedono la presenza di intermediari bancari sui territori. Inoltre, la fuga dai territori non presenta in Calabria differenze marcate tra i grandi gruppi bancari e il credito cooperativo, aspetto che preoccupa ulteriormente perché cancella la grande ricchezza di biodiversità bancaria del nostro Paese e della nostra regione. Riteniamo – conclude Giovanni Gattuso – che la situazione sia ormai talmente drammatica da richiedere il coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti, in primis della Regione Calabria, per porre fine al saccheggio dei nostri territori già martoriati».
“Tutta la Cisl – dichiara Tonino Russo, segretario generale della Cisl Calabria – esprime grande apprezzamento per il qualificato lavoro della categoria che si concentra a situazione molto grave non solo per i lavoratori del settore bancario. C’è, infatti, forte condivisione delle preoccupazioni su un contesto che incide negativamente sull’economia e sulle imprese locali. Pieno sostegno, quindi, all’azione di Primo».