“Mi sarebbe piaciuto conoscerlo” – .

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Kurt Cobain morì nel 1994 all’età di 27 anni perché si tolse la vita con un colpo di pistola. Il leader dei Nirvana ha rivoluzionato il mondo della musica rock inventando praticamente un altro genere: il grunge. Nonostante abbia avuto una vita molto breve, Kurt ha intrapreso una storia d’amore travagliata con Courtney Love da cui è nata la loro figlia Frances Bean Cobain. Proprio nel giorno del suo 30esimo anniversario, la ragazza ha scritto una lettera al padre che ha poi pubblicato sul suo profilo Instagram.

La lettera a Kurt Cobain

La lettera che Frances Bean Cobain ha scritto a papà Kurt Cobain recita così: «Trent’anni fa finiva la vita di mio padre. La seconda e la terza foto immortalano l’ultima volta che siamo stati insieme mentre lui era ancora vivo. Nonna Wendy (sua madre) spesso mi premeva le mani sulle guance e mi diceva “hai le sue mani”. Li annusava come se fosse la sua unica possibilità per tenerlo ancora un po’ più vicino, congelato nel tempo. Spero che gli terrete la mano ovunque siano. Negli ultimi 30 anni le mie idee su come perderlo sono state in uno stato di costante metamorfosi. La più grande lezione appresa attraverso il lutto quasi da quando sono stato cosciente è che ha uno scopo. Il dualismo tra vita e morte, dolore e gioia, yin e yang, deve coesistere, altrimenti nulla di tutto ciò avrebbe alcun significato. È la natura stessa dell’esistenza umana che ci porta nel profondo della nostra vita più autentica. A quanto pare, non esiste motivazione più grande per appoggiarsi alla consapevolezza amorevole del sapere che tutto finisce.

Le parole di Francesca

Frances Cobain prosegue scrivendo: «Avrei voluto conoscere mio padre. Volevo sapere la cadenza della sua voce, quanto gli piaceva il caffè o come si sentiva a rimboccarsi le coperte dopo una favola della buonanotte. Mi sono sempre chiesto se avrebbe catturato girini con me durante le afose estati dello stato di Washington e se odorasse di Camel Lights e Nesquik alla fragola (il suo preferito, mi hanno detto). Mi ha dato una lezione sulla morte che può arrivare solo attraverso l’esperienza vissuta di perdere qualcuno. È il dono di sapere con certezza, quando amiamo noi stessi e coloro che ci circondano con compassione, con apertura, con grazia, quanto più significativo diventa il nostro tempo qui. Kurt mi ha scritto una lettera prima che nascessi. L’ultima riga dice: “ovunque tu vada o ovunque io vada, sarò sempre con te”. Ha mantenuto questa promessa perché è presente in tanti modi. Sia ascoltando una canzone che attraverso le mani che condividiamo, in quei momenti riesco a trascorrere del tempo con mio padre in modo trascendente. A chiunque si sia chiesto come sarebbe vivere accanto alle persone che hanno perso, vi ho nei miei pensieri oggi. Il significato del nostro dolore è lo stesso”.

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