QUANTUM – Giù per la montagna – .

QUANTUM – Giù per la montagna – .
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votazione
6.5

  • Bande:
    QUANTISTICO
  • Durata: 00:45:40
  • Disponibile dal: 19/04/2024
  • Etichetta:
  • Loggia Nera

Streaming non ancora disponibile

Dalla Svezia, e precisamente da Stoccolma, arrivano sempre più evoluzioni e contaminazioni del mondo metal e ultimamente, rispetto ai generi più utilizzati dai musicisti di quella scena, si ascoltano creature sempre più ibride, influenzate dal post rock, acid jazz e progressive più onirico; è il caso dei Quantum, quartetto dedito al progressive rock metal e che, dopo un EP e un singolo, escono con il loro debutto “Down The Mountainside”.
Otto tracce, otto percorsi dal flusso sempre diverso e che certamente abbracciano i gusti degli ascoltatori di gruppi come Porcupine Tree, Opeth e gli ultimi Anathema: troviamo infatti l’incipit costruito con arpeggi e un ritmo sempre più granitico, con i riff e gli assolo dai due chitarristi Samuel Walfridsson e Kalle Segerborg assistiti dall’assolo principale eseguito da Richard Henshall (Haken).
Ma l’intero sviluppo di questo album è eterogeneo, con stop, movimenti sincopati, aperture d’archi e improvvisazioni che possono derivare da lunghi ascolti di gruppi come Genesis, King Crimson e, per tornare a periodi più recenti, gli ultimi Opeth, appunto, e Strumento “Laterale”. Il bassista e cantante Anton Ericsson non ha una voce molto potente, a volte risulta troppo nasale o impalpabile, e questo è un difetto complessivo nella resa delle architetture sonore che si creano.
A proposito di architettura, sono intricati gli schemi riscontrabili nelle due parti che compongono la title track, con ritmi dispari dettati anche dalla batteria di Marcus Lundberg (che in alcune occasioni fornisce cori e momenti di grido), e inserti jazz fusion, così come come in “Moths And Leaves” dove gli ottoni incontrano lo stile di Devin Townsend e The Dillinger Escape Plan, come nella più tirata “Abstract Bliss”.
Le suggestioni e la commistione di generi producono un’opera di non facile assimilazione, soprattutto se ascoltata velocemente: occorre dare luogo a qualche passaggio in più nelle casse per i quattro svedesi e, per chi ama le contaminazioni, è necessario soffermarsi a cogliere riferimenti o passaggi ben curati, per non perdere le sonorità dei Marillion di Steve Hogarth nella dolce “Dots”, i riff e i cambi di ritmo dei Mastodon del periodo “Once More ‘Round The Sun” così come i break jazz che ricordano la Mahavishnu Orchestra.
Una bella fatica con molta personalità ma anche con alcune parti da affinare: il mastering di Jens Bogren si è sicuramente affinato molto, vista la sua collaborazione con gruppi come Opeth, Haken, Leprous e lo sperimentatore Devin Townsend. Alla fine di queste otto tracce, questo “Down The Mountainside” resta un buon album, soprattutto per la voglia di sfondare i limiti del genere e di inserire strumenti e sonorità inusuali se abbinati al classico progressive metal.

Tag: QUANTUM Montagna

 
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