“Meglio Ultimo o Mahmood”. Mentre Arminio, Rondoni e Colella… – MOW – .

“Meglio Ultimo o Mahmood”. Mentre Arminio, Rondoni e Colella… – MOW – .
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Flaminia Colella è giovane, ma ha già al suo attivo diverse raccolte di poesie, alcune delle quali sono state anche tradotte e pubblicate su riviste spagnole e inglesi. Su Taylor Swift è un fiume in piena. Cosa ne pensate, vi chiediamo, di questi tre testi di Taylor Swif e della sua poetica in generale? È sensato che tu abbia presentato l’album come un’antologia di poesie? “No, perché la canzone è un oggetto, è una forma artistica, una disciplina, è un’arte che ha dei contorni, una storia, una fisionomia ben precisa che può avere punti di contatto tangenziali con la poesia, ma resta sempre qualcosa di separato. Pensiamo al meraviglioso testo della canzone italiana, presso Oro di Mango, alcuni testi di Mogol, posso farti tanti esempi: è poesia, perché arriva quasi al culmine della tensione, arriva quasi al verso. Ciò però non deve creare confusione su quella che è la distinzione netta tra due ambiti artistici, tra due diversi tipi di esperienza artistica, in termini di scrittura, in termini di gesti, di strumenti, di metrica, in termini di tutto. L’arte poetica è un’arte assolutamente propria, propria, individuale, un’arte che ha un suo insegnamento preciso, una sua tradizione e una che non coincide assolutamente con la canzone, anche se ovviamente sono, ripeto, contigui; sebbene siano arti sorelle. Entrambi lavorano con la parola, è vero, ma nel caso della canzone c’è il necessario inserimento della musica, il fatto che la parola debba essere cucita sulla musica, supportata dalla musica: al netto di tutti gli esperimenti di poesia e la musica, o accompagnata dalla musica, cosa che amo fare anche io, la canzone è un’operazione, un prodotto, un oggetto, un contenuto artistico assolutamente distinto da quello che è la poesia, l’esperienza poetica. Sia chiaro: questo mio ragionamento non vuole contenere alcun giudizio di valore. C’è un’alta tradizione della canzone pop, che è ciò che fa Swiftè una grande tradizione, una grande possibilità artistica, una grande fonte di belle esperienze, di belle operazioni, di belle sperimentazioni. Siamo sul concetto di musica popolare, che è come il romanzo popolare. Prendiamo Alessandro Manzoni. Manzoni fa un’operazione enorme dal punto di vista narrativo, ma la sua opera è un romanzo popolare, un romanzo popolare fatto in maniera consapevole. La canzone popolare, cioè la musica leggera, cerca di trasmettere contenuti, sentimenti, che non sono semplici ma elementari. È un bene che esista la canzone popolare, basta che sia fatta bene. Swift fa qualcosa di buono che esiste. È una grande pop star. Apprezzo i testi che scrive perché fondamentalmente trattano il tema dell’amore irraggiungibile, l’amore supremo. Parlano dell’amore come impossibilità, come irraggiungibilità, e questo è ciò che viene dall’esperienza della tragedia antica, dalla tradizione della letteratura che ha a che fare con il sacro, con il silenzio di Dio. L’amore che non può essere raggiunto, Estate crudele è l’espressione di questo, dell’amore che non posso toccare, dell’amore che in qualche modo mi resta estraneo, dell’amore che desidero ma non è ricambiato. Il fatto che ci siano cantanti che, a livello planetario, globale, riescano ancora a raccontare questo genere di cose è un bene che ci sia, perché incontriamo qualcosa che fa parte della verità, dello spettro dei sentimenti umani. Pensiamo al testo di Anti-eroe. C’è un altro tipo di salvezza lì: è una canzone che parla del desiderio di demistificare, di sfatare la leggenda. C’è qualcuno che ha voluto guardare se stesso con occhio demistificante. Approfondiamo la questione del mito, anche se si tratta di un contenuto espresso in termini elementari, non complessi. Dopotutto è musica leggera, musica pop. Parliamo sempre di qualcosa che deve arrivare alle folle, che deve riempire l’animo delle folle. Ma anche lì troviamo qualcosa che appartiene fortemente all’esoscheletro, al DNA del nostro destino, alla nostra antica appartenenza. La necessità di sfatare il mito, di sfatare il mito. Storia d’amore si tratta invece semplicemente di una dichiarazione d’amore da parte di due adolescenti, una ragazza amante, o comunque fidanzata, che si dichiara, ricordando le promesse d’amore. Concettualmente, una storia che nasce dall’esperienza della tragedia. Qualcosa che appartiene alla storia dell’umanità. In definitiva, si tratta di qualcosa che è centrale per tutti noi”. Potremmo chiamarlo songwriting? Lo chiedo a Flaminia Colella, o è troppo? Lei risponde che «insomma la distinzione è chiara. Come ho detto all’inizio, la canzone è un genere, la poesia è un’arte. Si toccano, possono unirsi, possono eventualmente dialogare ad altissimo livello, i nostri grandi artisti lo sanno fare, provano a farlo, lo hanno fatto, pensiamo a Branduardi, pensiamo a Battiato, Jannacci , Finardi. Tornando alla Swift, quando scrive canzoni c’è sicuramente un momento autoriale. questo è evidente. Un conto è ascoltare i testi di Swift, che sono assolutamente godibili, apprezzabili Beatles, ascolta Bob Dylan, Gary Coleman. È chiaro che parliamo di livelli estetici ed esperienze artistiche diverse dal punto di vista del gesto, della profondità e della ricerca. Questo è certo, tutto concorre, per così dire, alla possibilità di scelta di chi si avvicina all’arte. Allora la poesia può anche essere spettacolarizzata, pensa a Dylan Thomas. Dylan Thomas era una leggenda da cui molti hanno preso esempio. I Rolling Stones, Bob Dylan, ecc. Era un pazzo di cui ero molto innamorato. Dylan Thomas, nonostante fosse un poeta quasi incomprensibile nella lingua, era molto pop, era molto spettacolare. Ma la spettacolarizzazione della poesia viene sempre dopo. La poesia ha un versamento lento, un versamento che avviene nel silenzio. La poesia non esce perché ti immagini proiettato davanti a un pubblico vastissimo. Questa è un’eventualità che potrebbe esistere, nel senso che alla fine tutti cerchiamo di farci leggere, di raggiungere più persone possibile. È chiaro che se potessi andrei tra la folla come Dylan Thomas, metterei la mia firma e di certo non mi dispiacerebbe, ma attenzione a non fare confusione. Le arti hanno un proprio insegnamento, sono tutte meritevoli di una propria specifica dignità alla quale bisogna sempre fare riferimento; poi ben vengano le ibridazioni, le contaminazioni, ma sempre partendo da questo presupposto che per me resta fondamentale”. Il discorso sulla nascita della poesia è importante, fondamentale, ma poi chiediamo a Flaminia come sia possibile che Swift, con il seguito che ha, scriva ancora in silenzio. Se la poesia nasce da una dimensione interiore, mentre Taylor Swift scrive non può ignorare che i suoi testi finiranno in tutto il mondo”.Più che sull’interiorità, la poesia lavora sull’intimità, sulla memoria, sull’impressione che il mondo fa nell’anima del poeta. Poi può diventare anche esterno, quando diventa un gesto collettivo, quando si dice, quando si canta. Non dimentichiamo che la poesia nasce come forma orale. Era cantato e accompagnato dalla cetra, quindi con questo accompagnamento musicale non facciamo nulla di nuovo: facciamo quello che ha fatto Omero. Ma la differenza rimane. La struttura, la tensione, la metrica, la necessità di concatenare le parole in un certo modo, a farli accadere, la loro energia evocativa: tutto questo nella poesia è una cosa specifica, è un dato di fatto. La canzone ha un altro tipo di sguardo, di respiro, vive di altro. Sebbene siano assolutamente due aree tangenziali. Quando lavoro con i miei amici musicisti e proviamo a cucire parole sul testo o a creare un accompagnamento musicale, non stiamo facendo la canzone, stiamo creando una parola densa, piena di una sua tensione specifica, a cui poi segue la musica. È una cosa diversa. Non nasce imbevuto di melodia. Semmai lo cerca”. La poesia ha una sua sostanza, oltre alla musica che l’accompagna. La canzone nasce necessariamente con la musica.

 
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