SIGNORE DELLA GUERRA – Vola dello Spirito Libero – .

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SIGNORE DELLA GUERRA – Vola dello Spirito Libero – .

votazione
7.5

Streaming non ancora disponibile

Finalmente è giunto il momento di fare il punto sul nuovo lavoro in studio degli iconici epic metallers americani Warlord, attorno al quale si sono generate non poche polemiche all’interno del panorama degli appassionati di musica metal, anche a causa della volontà di parte del batterista Mark Zonder. per far andare avanti la band. Una decisione accompagnata anche dalla volontà di mettere sul mercato un nuovo album, anche se sarebbe corretto ammettere che, a scanso di ogni equivoco, non è mai stato nascosto il fatto che la stragrande maggioranza delle composizioni trovano origine in ciò che è stato scritto e composto dal compianto chitarrista e fondatore William J. Tsamis, che secondo i titoli dell’album continua ad essere l’autentico protagonista del risultato finale.
Comunque la si voglia vedere, scegliamo di mantenere il focus come sempre sulla musica, e se parliamo di qualità nuda e pura ci sentiamo di dire che i Warlord hanno fatto centro ancora una volta con questo “Free Spirit Soar”, di cui proponiamo abbiamo già analizzato dettagliatamente nel brano per brano pubblicato qualche tempo fa.
Volendo dare una panoramica generale, volta anche a riassumere le nostre considerazioni, possiamo dire che siamo in presenza di un prodotto che corrisponde perfettamente a quello che un fan potrebbe desiderare dalla realtà californiana, con tutte le varie sfumature del caso: c’è sono fasi cadenzate e dall’aspetto evocativo e poetico, che possiamo dire rappresentano la maggioranza di quanto proposto, ma anche parentesi in cui l’estro power metal più old-school emerge con forza, portando l’ascoltatore ad esaltarsi come ai tempi di l’uscita del singolo “Conquerors”.
Anche se, come già accennato, crediamo che il premio per la migliore canzone del pacchetto debba andare a “The Bell Tolls”, poiché crediamo che incarni esattamente l’essenza di un pezzo epico e focoso, ma allo stesso tempo orecchiabile e quasi rilassato. nelle sue soluzioni.
Ciò che però conquista davvero è la cura maniacale riposta nel settore melodico e nelle linee vocali, messa in pratica dal talentuoso Giles Lavery dietro al microfono, che si fa interprete e ambasciatore di uno stile raffinato e accattivante con cui realizzare parti cantate. il tutto all’interno di un album heavy metal, con un risultato che definiremmo a dir poco raro e di classe, soprattutto guardando il panorama contemporaneo.
Allo stesso modo, anche la produzione appare autentica, genuina e rappresentativa di quello che dovrebbe essere il perfetto compromesso tra il suono vecchia scuola e la pulizia richiesta per un’opera datata 2024; crediamo infatti che molte band più giovani dovrebbero attingere a questo stesso calamaio per capire quali dovrebbero essere le priorità, almeno in termini di resa sonora generale.
Non si tratta però di un lavoro impeccabile: l’uso delle tastiere in alcune fasi ci è sembrato leggermente troppo presente, così come non possiamo fare a meno di notare un paio di leggeri e isolati cali di coinvolgimento e di pathos, e tra questi potremmo citare ad esempio un ancora buona, seppur musicalmente un po’ mielata, “The Rider”, oppure una “Worms Of The Earth”, piacevole ma meno efficace, soprattutto se collocata tra due autentici successi come la title track e la già citata “Conquerors”.
Nonostante i pochi difetti e le possibili perplessità date dalla situazione in cui si trova la band, crediamo che “Free Spirit Soar” abbia poco da invidiare ai suoi predecessori, e che non ci sia un vero motivo per cui non si debba provare ad ascoltarlo, magari acquistandone qualche copia. e tenendo d’occhio le date del tour, perché crediamo che il vero test sarà quando le nuove canzoni verranno eseguite dal vivo su un palco.
Inoltre è bene ricordare che certe realtà non dureranno per sempre, e finché immetteranno sul mercato musica di questo livello sarebbe bene continuare a tenere alta l’attenzione verso di loro.

 
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