Schizzati al punto giusto, graffianti come vuole la tradizione dello speed metal, i tedeschi Vulture non ci hanno messo molto a rendere chiare le loro intenzioni.
Iscritti di diritto nella categoria ‘New Wave Of Traditional Heavy Metal’, i cinque di Dortmund si sono subito distinti nel voler riprendere in mano le ciglia del passato, tingendole della sana follia che giustamente contraddistingue i primi passi di una band, desiderosa di dire la sua, per scatenare e sorprendere. E dopo i primi due album – per così dire – ‘in rodaggio’, è con il terzo “Dealin’ Death” che i Vulture piazzano un tassello importante nella rubrica ‘interesse’: attenzione replicata con l’ultimo rasoio nato dal quintetto teutonico , quelle “Sentinelle” che hanno ulteriormente alzato il livello di qualità offerto da Stefan Castevet e compagni.
Ed è proprio con il chitarrista dei Vulture che abbiamo fatto due chiacchiere sulla band e sul suo nuovo lavoro; risposte rapide, anzi velocità… come vuole la tradizione. Buona lettura!
CIAO RAGAZZI E BENVENUTI SU METALITALIA.COM. PRIMA DI INIZIARE A PARLARE DEL NUOVO ALBUM “SENTINELS”, CONOSCIAMO UN PO’ MEGLIO LA VOSTRA BAND: I VULTURE NASCONO NOVE ANNI FA A DORTMUND; CHI HA DATO L’IMPULO INIZIALE PER CREARE LA BAND?
– Credo di essere stato io a lanciare l’idea di Vulture; questo dopo aver lasciato la mia band precedente. Il thrash è sempre stato il mio genere preferito, nel quale mi sento assolutamente a mio agio. Volevo continuare a fare quella musica!
“VULTURE”: PERCHÉ QUESTO MONIKER È TAGLIENTE COME I TUOI RIFF?
– Beh, quando vieni dalla Germania e suoni thrash metal, non c’è modo di evitare i nomi d’arte (ride, ndr)!
AVETE FINORA DIMOSTRATO DI SAPERE RISPETTARE LA TRADIZIONE DELL’HEAVY METAL, RENDENDO ANCORA LA PROPOSTA ATTRAENTE E MAI ASPETTATA. QUAL È IL SEGRETO DI QUESTA FORMULA VINCENTE?
– Grazie! Abbiamo sempre cercato di guardare al passato, trovando così il giusto approccio per il nostro songwriting: questo ci permette di far entrare molta melodia nel nostro sound. Tuttavia, siamo amanti al 100% del thrash metal selvaggio e implacabile. La combinazione di questi mondi potrebbe essere il segreto di cui parlavi.
EXCITER, METALLICA, SLAYER, MA ANCHE MAIDEN, SATANA E MERCYFUL FATE. QUAL È STATA LA BAND CHE PIÙ DI ALTRE HA INFLUENZATO IL TUO SUONO? DA DOVE VIENE TUTTA QUESTA TUA PASSIONE PER IL METAL ANNI ’80?
– Cosa dire? La tua lista mi sembra piuttosto solida! Tutte queste band ci hanno influenzato in qualche modo. Gli Slayer sono di gran lunga i miei preferiti, soprattutto il periodo “Haunting the Chapel” e “Hell Awaits”. Strutture di canzoni selvagge, suoni super pericolosi ma con una grande dose di musicalità. Mi piace molto!
A proposito: UN PAIO DI ANNI FA HAI PUBBLICATO LA CANZONE “HIGH SPEED METAL”. DEFINIRESTI IL TUO GENERE IN QUESTO MODO?
– Lo abbiamo fatto subito dopo aver fondato la band per non essere associati al sound black/thrash che era molto presente in quel momento. Mi è sembrata un’idea interessante quella di trasformare il ‘titolo’ in una canzone. Adesso non ci interessa più come ci chiami: thrash, heavy, speed… tutto questo è dentro la nostra musica!
UNO DEGLI ELEMENTI PIÙ IMPORTANTI È SICURAMENTE IL LAVORO DELLE DUE CHITARRE. A QUESTO PROPOSITO COME NASCONO I VARI PEZZI? QUAL È IL PROCESSO DI COMPOSIZIONE?
– Scriviamo principalmente da casa: non siamo mai stati una band che si incontra in sala prove per essere creativa. In questo modo abbiamo tutto il tempo necessario affinché un riff o una melodia si sviluppino correttamente prima di finire in una canzone!
GIÀ CON “DEALIN’ DEATH” AVEVI RAFFINATO IL TUO GIOCO; CON LE NUOVE “SENTINELLE” HAI – COME DIRE – SUPERATO TE STESSO, riuscendo a PREMERE ANCORA DI PIÙ L’ACCELERATORE, TENENDO SOTTO CONTROLLO LA SITUAZIONE. CHI SONO LE ‘SENTINELLE’ E COSA RAPPRESENTA LA SCACCHIERA RAPPRESENTATA IN COPERTINA?
– Grazie! È bello sentire queste risposte! Abbiamo pensato che fosse un bel titolo per l’album: nella canzone stessa, le sentinelle stanno a guardia di un antico regno. Evasione nella sua forma più pura: riempi quel regno con quello che vuoi, che sia l’universo dell’heavy metal o il tuo salotto! E la vostra!
ENTRANDO NEL DETTAGLIO DI ALCUNE DELLE TUE CANZONI, UNA DELLE MIGLIORI È SICURAMENTE “WHERE THERE’S A WHIP (There IS A WAY)”, IN CUI C’È UN PERFETTO MIX TRA VERSI THRASH (SLAYER) E UN RITORNO PIÙ MELODICO.
UN ALTRO EPISODIO SPECIALE È LO STRUMENTALE “DER TOD TRAGT SCHWARZES LEDER”. COME È STATO CREATO QUESTO PEZZO CINEMATOGRAFICO?
– Ero a casa di un amico e lui aveva un libro sui film polizieschi e le loro locandine. “Der Tod Trägt Schwarzes Leder” è il nome tedesco del film italiano “La polizia chiede aiuto”. Quando ho visto il titolo tedesco, che letteralmente si traduce in “la morte veste la pelle nera”Ho pensato: “questo è il miglior titolo di canzone di sempre per noi!”. Ma penso che non avremmo mai cantato in tedesco e così si è trasformato in un pezzo strumentale, con quella melodia da ninna nanna! Adoro questa estetica!
LEGGIAMO CHE “UNHALLOWED & FORGOTTEN” È BASATO SUL FILM “BLIND DEAD”. PUOI DESCRIVERE QUESTA CONNESSIONE?
– Sì, ancora una volta l’estetica che circonda questo film è straordinaria! Ha un fascino medievale che, almeno per me, è molto heavy metal. Ci è sempre piaciuto scrivere di horror e di suspense. Ci siamo buttati a capofitto in quell’immaginario.
IN UN MONDO MUSICALE E NON, DOVE SPESSO CERCHIAMO DI SORPRENDERE ANDANDO OLTRE CERTI STANDARD, HAI SCELTO DI TORNARE INDIETRO NEL TEMPO. COME SPIEGATE QUESTA SCELTA?
– Per noi non è così! Siamo una band, non un movimento o un’epoca. Suoniamo solo la musica che vorremmo ascoltare. Alla fine, immagino che il decennio da cui proviene questa musica non abbia molta importanza!
CAPITOLO PROGETTI FUTURI: COSA CUCINA? QUALI SONO I PROSSIMI PASSI AVETE PREVISTO QUALCHE DATA LIVE ANCHE IN ITALIA?
– Faremo tanti concerti in tutta Europa ma al momento, se non ricordo male, non ci sono spettacoli italiani in programma. Spero però che arrivi anche questa occasione, adoro l’Italia!