I benefici della musica per mantenere il cervello giovane e promuovere la longevità con la terapia di guarigione del suono
Se per Platone “la musica è per l’anima ciò che la ginnastica è per il corpo”, per le neuroscienze la musica è un anti-invecchiamento per il cervello perché agisce positivamente sulla plasticità cerebrale. Come ha spiegato Daniela Perani, docente di Neuroscienze presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, durante il suo discorso a Summit sulla Longevità di Milano: “La musica è una caratteristica universale della cultura umana. Non solo, le risposte neurali al linguaggio musicale sono in gran parte innate, l’uomo è biologicamente programmato per elaborare questi stimoli complessi e avere reazioni ai suoni fin dalla nascita”. Da uno studio condotto da Perani su neonati di pochi giorni è emerso che il suono viene già elaborato principalmente dall’emisfero destro del cervello proprio come negli adulti, il che fa pensare che nasciamo con la capacità di decodificare la musica .
I benefici, sia per l’ascoltatore che per l’esecutore, sono numerosi e coinvolgono molteplici funzioni cerebrali. Per questo motivo l’esposizione prolungata a suoni e melodie può essere considerata una terapia per favorire la longevità.
I benefici della musica per il cervello e la longevità
Là plasticità cerebrale È la capacità del nostro cervello di adattare e modificare la propria struttura e funzione come risposta adattiva alle richieste interne ed esterne. Durante l’invecchiamento la plasticità neurale tende a diminuire: “La musica appare come una strategia di arricchimento in grado di preservare le funzioni cognitive e la salute del cervello”, spiega la professoressa Perani. Le neuroscienze, attraverso l’utilizzo di tecnologie avanzate di neuroimaging, si sono dedicate allo studio e alla misurazione degli effetti della musica sulle emozioni, sul linguaggio, sullo sviluppo e sul funzionamento del cervello ed è emerso che:
- Attiva il circuito dell’empatia.
- Stimola il rilascio di dopamina, neurotrasmettitore del piacere, e di ossitocina, definita l’ormone dell’amore perché implicata nelle relazioni e nell’attaccamento.
- Diminuisce i livelli di cortisolo, l’ormone associato allo stress.
- Attiva le stesse strutture del linguaggio nel cervello.
- Il circuito di ricompensa innescato dalla dopamina stimola la motivazione e le strutture legate al linguaggio.