210.000 fan in un’enorme tendopoli – .

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210.000 fan in un’enorme tendopoli – .

DiBarbara Visentin

Il Festival che unisce le generazioni. Dua Lipa recita con i Coldplay

WORTHY FARM. Entrare a Glastonbury è come entrare in un universo parallelo. E avresti bisogno del dono dell’ubiquità per visitarlo tutto, 365 ettari di campagna inglese che per cinque giorni all’anno si trasformano in un città autogestita. Al posto delle case ci sono tende, a perdita d’occhio. Al posto delle chiese, le tappe, oltre cento, sparse tra campi e colline.

La musica è religione ed è anche il motore che muove le cose 210 mila persone accorrevano a Worthy Farm, una distesa verde del Somerset immersa nell’odore dei pascoli, per una maratona di concerti, certo, ma anche solo per l’esperienza: campeggiare, festeggiare, migrare instancabilmente da un palco all’altro e non dormire mai.

Quest’anno, 38a edizione di un festival ormai mitologico che, con qualche pausa in mezzo, lo è nato nel 1970i cancelli si sono aperti mercoledì, nel giorno più caldo dell’anno finora registrato in Inghilterra: al posto del fango, della polvere, al posto degli stivali di gomma, servono acqua e crema solare.

Gli spettacoli dal vivo iniziano venerdì, dopo il mare di persone di tutte le età, con sacchi a pelo e materassi, carretti della birra o passeggini, trovava un posto e dava sfogo a tutti i tipi di aspetto stravagante.

La formazione è uno specchio dei tempi: per la prima volta due headliner su tre sono donne (domenica è stata la volta della star americana del r’n’b Sza, mentre sabato i Coldplay sono stati la prima band headliner per la quinta volta) e, nel Pyramid Stage, il palco principale, uguaglianza tra artisti uomini e donne nei tre giorni di concerti è quasi perfetto.

Costruire questo equilibrio è stato “un progetto entusiasmante”, ha affermato l’organizzatore. Emily Eavisfiglia dell’88enne fondatore Michael, che ne ha fatto quasi una missione, dopo le critiche mosse lo scorso anno ai nomi esclusivamente maschili.

Quindi l’onore di scatenare la folla venerdì sera va a Dua Lipa, pop star in cerca di grande consacrazione. Davanti al palco la distesa di persone, quasi 100mila, è infinita: «Che c**k?», esclama incredula. «È il sogno della mia vita“, racconta durante la prima pausa del suo spettacolo di danza: “Non so se credete all’evento, ma questo gli somiglia molto – dice emozionata -. Quando ero piccolo avevo scritto che sarei stato headliner su questo palco, venerdì sera, così per il resto del weekend avrei potuto festeggiare nel posto più bello della terra”.

La 28enne vuole dimostrare di essere all’altezza della situazione ed è pronta a dare tutto: coreografia perfetta, sensualità, energia e un colpo dopo l’altro tra fuochi d’artificio altissimi. «Levitare» e un duetto a sorpresa (con alcuni difetti) insieme a Addomestica l’Impalaovvero l’australiano Kevin Parker.

Gli ospiti a sorpresa sono uno dei momenti salienti di Glastonbury: l’intenso spettacolo dal vivo di PJ Harvey, uno dei grandi cantautori presenti al Festival, è stato preceduto da un’inaspettata esibizione di Marina Abramovic che chiese al pubblico sette minuti di silenzio, mentre il suo abito bianco, allargando le braccia, diventava il simbolo della pace. Molti di loro Bandiere palestinesi che sventolava davanti a lei, in un festival spensierato, ma anche fondato pacifismo e attivismo.

Nello stesso momento, su un altro palco, Damon Albarn ha fatto un appello pro-Palestina e ha invitato gli inglesi a votare la prossima settimana, perché “forse è ora di smetterla di mettere gli ottuagenari a capo del mondo”. Anche il leader dei Blur È arrivato a sorpresa, ospite del Bombay Bicycle Club, per la gioia di chi era rimasto deluso da un programma senza apparenti picchi di meraviglia, seppure denso e vario.

Non mancano però nomi di culto, tra cui Cyndi Lauper, 71 anni, che ha festeggiato la sua carriera sabato pomeriggio prima di intraprendere il suo tour d’addio, un DJ set di Charli XCX affollata al punto da risultare inavvicinabile, la slot dedicata alle leggende che domenica fa trionfare la regina del pop-country di Shania Twain.

Tante donne, ma lo sforzo di raccontare un mondo che cambia è anche provarci riflettono la sua diversità: un nuovo palco è interamente dedicato agli artisti sud asiatici, molti slot sono riservati ad artisti neri (dal nigeriano Burna Boy a Sampha, fino alla stessa Sza), un’altra nuova area, «Terminal 1», è dedicata al tema dell’immigrazione.

I coreani Diciassetteil primo gruppo K-pop ad esibirsi sul Pyramid Stage, si fanno portavoce di questo cambiamento: «Nonostante le differenze linguistiche e culturali, possiamo ancora stare insieme come una cosa sola», affermano dal palco. Il mondo non sembra riuscirci, ma l’universo parallelo di Glastonbury, per qualche giorno, almeno ci prova.

29 giugno 2024

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