Copyright, Roger Waters sceglie Soundreef – .

Copyright, Roger Waters sceglie Soundreef – .
Copyright, Roger Waters sceglie Soundreef – .

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Quanto vale il catalogo dei dischi dei Pink Floyd? Quando due anni fa si parlava di una sua possibile vendita, la cifra in circolazione era di 500 milioni di dollari, tra master e copyright. E poi: non tutti hanno bestseller come Il lato oscuro della luna e Il muroPoi la vendita è saltata, complici le posizioni militanti assunte sulla guerra in Ucraina e sul conflitto israelo-palestinese da Roger Waters, bassista e compositore principale della band di Cambridge. Ma la gestione dei diritti d’autore sul corpus dell’artista britannico continua a produrre novità. E l’ultima di queste riguarda l’Italia: Roger Waters ha infatti affidato la raccolta dei diritti per il nostro Paese a Soundreef, la principale agenzia di raccolta privata del mercato italiano.

Il suo management ha firmato un contratto pluriennale con l’ex startup fondata nel 2012 da Davide D’Atri, a partire dal 1° luglio 2024. Ogni volta che ci esibiamo sul palco, suoniamo in radio o trasmettiamo in streaming brani degli esordi come Imposta i controlli per il cuore del solesuperclassici come Vorrei che tu fossi qui o opere più recenti come È questa la vita che vogliamo davvero? insomma, sarà Lea, emanazione non profit di Soundreef, a riscuotere le royalties in nome e per conto di Waters. «Ci abbiamo lavorato a lungo e con impegno», spiega D’Atri, «attraverso un processo che, come sempre accade quando si parla di grandi nomi internazionali, passa attraverso la lettura delle nostre metriche. Siamo felici di annunciare questo risultato che ci riempie di orgoglio».

Lo storico leader dei Pink Floyd non è l’unico big internazionale che Soundreef tutela per l’Italia: l’accordo con la società di raccolta fondi americana Sesac, in vigore dallo scorso gennaio, ha infatti portato nel roster della società 15mila affiliati, tra cui il premio Nobel Bob Dylan, l’anima dei Nirvana Kurt Cobain, Axl Rose, i Green Day, David Crosby e Ariana Grande. Nel complesso, Soundreef conta 43mila autori, compositori ed editori nel mondo, di cui 26mila italiani: da Gigi D’Alessio a Laura Pausini, dai Pooh a Ultimo, passando per Sfera Ebbasta, J-AX, Guè e Rkomi. “Siamo partiti come startup con 85mila euro di capitale”, racconta D’Atri, “abbiamo sostenuto la battaglia per la liberalizzazione del copyright nel nostro Paese che ha di fatto cambiato il mercato”. Oggi Soundreef muove 20 milioni di fatturato e impiega 50 persone a tempo indeterminato, oltre a 40 agenti indipendenti.

Sempre sul fronte liberalizzazioni, lo scorso marzo la Corte di giustizia dell’Unione europea ha “bocciato” l’attuazione della direttiva Barnier da parte dell’Italia, affermando che le società commerciali, non solo le non profit, devono poter operare liberamente come società di gestione collettiva. Il legislatore italiano aveva tolto l’esclusiva alla Siae, ma aveva obbligato le società di gestione collettiva private, come Soundreef, a individuare società non profit, come Lea, che facessero da scudo. “Su questo fronte”, continua D’Atri, “attendiamo che il legislatore italiano recepisca le indicazioni della giustizia europea, completando il processo di liberalizzazione. Nella consapevolezza”, conclude lo startupper, “che la liberalizzazione ha finora aumentato il giro d’affari dei diritti d’autore, migliorato il mercato e dato più potere agli artisti”.

 
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