Btp value, la coppia Giorgetti-Leo conviene far scappare gli evasori e corteggiare i risparmiatori – .

Btp value, la coppia Giorgetti-Leo conviene far scappare gli evasori e corteggiare i risparmiatori – .
Btp value, la coppia Giorgetti-Leo conviene far scappare gli evasori e corteggiare i risparmiatori – .

Il Ministro dell’Economia Giorgetti non ha mancato di offrirci l’ennesima sorpresa finanziaria con il lancio dei nuovi Valore BTP di maggio 2024 (quarta emissione) che rischiano di essere i più generosi di sempre per i risparmiatori. Questa volta la novità è rappresentata da curva dei rendimenti uno di fronte all’altro. Per i primi tre anni il risparmiatore incasserà il 3,35% (lordo) a cui arrivare 3,9% dal quarto anno in poi tariffa notevole, con omaggio finale di 0,8%. Se teniamo presente che secondo le stime l’inflazione nei prossimi anni scenderà intorno al 2%, si tratta di un ottimo rendimento, difficilmente eguagliabile per il piccolo risparmiatore. Ma proprio con il calo dell’inflazione attesa anche il rendimento doveva essere meno generoso. Perché questa dinamica finanziaria poco razionale, ma molto apprezzata dall’elettore-risparmiatore?

Le spiegazioni possono essere due: una tecnica e una politica. Da un punto di vista tecnico il Ministero del Tesoro ha bisogno soldi freschi per finanziare il suo crescente debito e cerca di eguagliare, con vari espedienti, il successo della precedente asta che ha portato nelle casse dello Stato 18,5 miliardi di euro. Difficile però ripetere questo risultato. Tuttavia, l”asfissiante strategia di corteggiamento di risparmiatore Sta dando i suoi frutti. Cresce la quota di debito pubblico delle famiglie italiane oltre il 10%. La normalizzazione della politica monetaria da parte della Bce ha portato ad una riduzione dei suoi acquisti e quindi è necessario che i governi chiedano il contributo delle famiglie. Una scelta necessariamente autarchicoinsomma, esattamente come avveniva negli anni Settanta, anche se il paragone non è proprio positivo vista la difficile situazione economica dell’epoca.

Ciò che ha colpito gli esperti è stata però la possibilità del governo di aumentare il rendimento a partire dal quarto anno al 3,9%. Perché questa coda verso l’alto? Sembra poco, ma è tutto un aumento del 10%. senza alcuna ragione apparente. Semmai sarebbe dovuto accadere il contrario: con la riduzione dell’inflazione sarebbero dovuti diminuire anche i tassi di interesse. Con questo quarto giro di valori del BTP il governo ha consolidato la sua strategia populista corteggiare i risparmiatori con un super rendimento per invogliarli ad acquistare titoli del debito pubblico. Strategia molto facile, come direbbe una nota pubblicità, ma poco brillante dal punto di vista delle casse pubbliche, visto che ogni punto in più del tasso di interesse, con un debito di 3.000 miliardi, ci costerà una discreta somma di 30 miliardi ogni anno. Il prudente ministro Giorgetti porta a casa un doppio record negativo: il debito pubblico più alto di sempre con il costo più alto di sempre per le casse pubbliche. Un vero disastro per le finanze pubbliche.

Ma da dove viene tutta questa grandezza? liquidità (58 miliardi raccolti nei primi tre round) che i risparmiatori italiani hanno evidentemente parcheggiato sui loro conti correnti? Personalmente avrei una spiegazione, forse un po’ azzardata e maliziosa. Se ogni anno sì scappano tasse per 100 miliardi, è probabile che una parte significativa di queste nuove risorse sia a disposizione degli evasori-risparmiatori per acquistarle titoli pubblici. Dovremmo quindi essere grati anche ai contribuenti disonesti perché con i loro acquisti sostengono il nostro debito, con un rendimento dignitoso ovviamente.

Ci viene in aiuto la nota frase del premio Nobel per l’economia Franco Modigliani il quale, interrogato sulla sostenibilità del debito pubblico italiano, ha osservato che l’Italia è un Paese molto strano. L’economista americano notava come gli italiani non amassero pagare le tasse ma acquistassero volentieri titoli del debito pubblico, che all’epoca rendevano intorno al 20% in termini nominali. Ecco allora che l’Italia è davvero una repubblica fondata sull’evasione fiscale, non perché questa sia largamente praticata dai soliti (e ormai ai tempi delle destre inafferrabili) conosciute, ma anche perché i soldi così illecitamente sottratti alle casse pubbliche è investito in titoli pubblici. Tuttavia, a mio modesto parere, sarebbe auspicabile un’Italia diversa in cui il contribuente adempieva ai suoi obblighi fiscali e in cui il debito pubblico non era così gigantesco e così redditizio.

È troppo chiedere che l’Italia sia un Paese normale? Ai tempi del duo Giorgetti-Leo sembra di sì: è più conveniente far scappare gli evasori fiscali e corteggiare i risparmiatori. Se nel frattempo la barca affonderà non preoccupa poco, almeno fino a quando le acque del collasso finanziario non raggiungeranno le nostre gole. E sembra che ciò accadrà abbastanza presto, già alle Settembre 2024.

 
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