Pizza e birra.
“Chi ha detto questo?
È un classico.
“Non ne dubito, ma sarebbe anche il momento di uscire dagli schemi.”
In che senso?
«Beh, per quanto mi riguarda preferisco il vino».
Pizza e vino.
“Ovviamente. Del resto la pizza è l’alimento con il maggior numero di varianti, ingredienti e condimenti che esista”.
E allora?
“È facilissimo abbinarlo a un buon bicchiere di vino. Ecco perché la cantina di “Crazy Pizza” vi riserverà tante sorprese. Proprio in questi giorni apriremo sul lungomare, in via Nazario Sauro, venite a trovarci”.
Roba da intenditori.
“Dico sempre che “Crazy Pizza” non è solo una pizzeria ma un vero e proprio brand. Il nostro obiettivo è offrire un’esperienza in cui il “beverage” è parte integrante. Ecco perché abbiamo una cantina, e una carta dei vini, studiate in armonia con le ricette.”
Che abbinamenti consigliate?
«Potrei dirti che con certe pizze a base di ingredienti robusti, come la “San Daniele” e la “Pata Negra”, le bollicine vanno benissimo, bilanciano i sapori. Ah, dimenticavo: in carta ci sarà un’ampia selezione dedicata ai vini locali.»
Qualche esempio?
«Greco di Tufo e Falanghina, fiori all’occhiello della produzione vitivinicola del Sud, ma anche Aglianico, Lacryma Christi, Taurasi».
Ha scelto l’eccellenza.
“Non avrei potuto fare altrimenti. I vini campani stanno riscuotendo un successo incredibile e un notevole interesse da parte dei nostri clienti. A parte questo omaggio alla regione, la carta dei vini è la stessa da Londra a Porto Cervo a Monte Carlo.”
Non sarebbe un po’ troppo pretenzioso per una pizzeria?
«L’ho già detto e lo ripeto: il concetto di “Crazy Pizza” non è quello di sostituire o competere con le pizzerie tradizionali, né con i ristoranti classici, ma di offrire un’esperienza per chi cerca qualcosa di diverso e lussuoso ».
Un’esperienza?
“Esatto. La nostra proposta non riguarda solo la pizza, ma l’intera esperienza “pranzo”, che comprende l’ambiente, il servizio, la presentazione, la qualità degli ingredienti e anche l’intrattenimento”.
Domanda classica: bianco, rosso o frizzante?
“Dipende dall’occasione, in genere preferisco il bianco. Anche se lo schema classico funziona sempre: bollicine per l’aperitivo, bianco frizzante nelle sere d’estate, bianco fermo con il pesce e rosso corposo con la carne.”
C’è chi dice che abbinare il vino sia un’arte.
«Sono d’accordo, non è facile. Scegliere la bottiglia giusta non dipende solo dal tipo di piatto ma dai sapori che si mescolano, dalla consistenza e dall’intensità del vino: è come intrecciare gusto e profumi per creare un’armonia che coinvolge tutti i sensi.»
Il momento migliore per aprire una bottiglia?
«Per me non c’è una regola, se la bottiglia è buona è comunque un buon momento».
Regioni preferite?
«Piemonte per i rossi e Friuli Venezia Giulia per i bianchi».
Quale vino scegliere per una cena galante?
“Non lo saprei. Dipende da tanti fattori, dal luogo in cui ti trovi, dal cibo, dai gusti di chi è a tavola con te”.
Drink memorabili?
“Decisamente troppi per ricordarne uno in particolare.”
E ti ricordi se c’è un vino con cui hai conquistato la Gregoraci?
“Niente da fare. Elizabeth è completamente astemia.”
Hai mai pensato di produrre vino?
“No. Ho già abbastanza da fare e non ne ho mai avuto voglia. Credo che tutti debbano fare il loro lavoro e io non sono un produttore di vino.”
Qual è la migliore bottiglia che tu abbia mai bevuto in vita tua?
«Ho indubbiamente bevuto ottimi vini, ora non è facile stabilire quale fosse il migliore».
Si prova.
«In cima alla classifica mondiale ci sono una coppia: Masseto e Massetino, tra i cinque vini italiani più prestigiosi e ricercati».
La zona di origine è Bolgheri.
“Sì, è un solo vigneto, solo sei, sette ettari, non di più. Ho letto che il nome deriva dai massi di argilla blu che si formano sulla superficie del vigneto. Grande struttura e longevità, peccato che venga prodotto sempre in quantità estremamente limitate.”
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La mattina