Ma la protesta non si ferma. E i dimostranti continuano a chiedere le dimissioni dell’intera dirigenza del Paese.
Alla fine ha vinto il popolo. Il presidente keniano William Ruto, sulla scia delle proteste scoppiate in tutto il Paese negli ultimi giorni, ha revocato la legge di bilancio che imponeva nuove pesanti tasse. “Non firmerò il provvedimento, che quindi verrà ritirato”, ha detto in un discorso tenuto in parlamento e trasmesso in diretta tv. Ma nonostante l’annuncio formale, alcuni gruppi di attivisti hanno lanciato un appello sui social a non disertare la manifestazione prevista per oggi per ribadire la richiesta di dimissioni di Ruto.
Il bilancio degli scontri tra dimostranti e polizia è di almeno 23 morti e decine di feriti. Migliaia di persone erano scese in piazza tre giorni fa a Nairobi prendendo d’assalto gli edifici del Parlamento e incendiandone uno contro l’imposizione del 16% di dollari di IVA dalle tasse e prevede l’imposizione del 16% di IVA sul pane e di un’accisa del 25% sull’olio vegetale.
I protagonisti della rivolta sono tutti giovanissimi e continuano a chiedere le dimissioni dell’intera dirigenza al potere nel Paese. Tra loro anche Rita Auma Obama, sorellastra dell’ex presidente americano Barack Obama, intervistata dalla CNN.
Sono state organizzate manifestazioni in circa 30 delle 47 contee del Paese. E molti di essi si sono svolti pacificamente, in diverse altre città, comprese le roccaforti dell’opposizione di Mombasa (a est) e Kisumu (a ovest), Eldoret (a ovest), grande centro nella Rift Valley, la regione d’origine del presidente William Ruto, Nyeri (sud-ovest) e Nakuru (centro), secondo i media locali.
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