Red Bull ok, Ferrari da decifrare – Analisi Tecnica – .

Red Bull ok, Ferrari da decifrare – Analisi Tecnica – .
Red Bull ok, Ferrari da decifrare – Analisi Tecnica – .

Inizia il frenetico weekend austriaco, con un programma molto serrato a causa del format sprint del weekend, che prevede un solo turno di prove libere, prima di scendere in pista per la qualifica valida per la gara corta di sabato. Il programma di lavoro è stato quindi intenso per tutti i team, avendo di fatto a disposizione solo un’ora per ottimizzare gli assetti, su un tracciato tecnicamente semplice ma anche molto corto, dove è più difficile capitalizzare i vantaggi tecnici e dove, quindi, ogni piccolo dettaglio può fare la differenza.

Red Bull abbastanza buono

A differenza delle ultime gare in cui il team di Milton Keynes ha trascorso moltissimo tempo cercando di trovare il miglior bilanciamento della vettura, sul Red Bull Ring la squadra di casa sembrava avere ancora qualche aggiustamento da fare, ma tutto sommato abbastanza beneVerstappen ha mostrato una buona prestazione complessiva, ma soprattutto grip e velocità nella seconda metà del giro, dalle curve 6 e 7 in poi, quando la pista inizia a richiedere più carico aerodinamico e tanto equilibrio per riuscire prima ad affrontare efficacemente le lunghe e veloci curve centrali, e poi, soprattutto, ad avere la confidenza necessaria nelle ultime due curve per “buttare” la macchina verso l’interno quasi alla cieca, con l’uscita molto delicata tra limiti della traccia e la sabbia aggiunta per far perdere tempo a chi sbaglia. E Ed è proprio in questo tratto finale che Verstappen, dati e grafici alla mano, fa la differenza in modo significativo rispetto alla concorrenza., segno di un pilota già con buone sensazioni dalla sua monoposto e di una vettura in generale con una buona base di assetto. La curva di erogazione della RB20 è apparsa comunque abbastanza magra, ma non esageratamente come visto in altre occasioni, a conferma che il regime delle PU ex Honda si mantiene molto basso nelle giornate “solo libere”, ma quando è prevista una sessione ufficiale qualche cavallo in più è ancora spremuto. Ma nonostante il miglior tempo della sessione, la vita in qualifica per il pilota olandese non sembra essere particolarmente semplice, visto quanto hanno fatto vedere Mercedes e McLaren.

Mercedes e McLaren lanciano la sfida

Per quanto riguarda il team di Brackley, è notevole quanto mostrato nelle prove libere: il miglior tempo di Hamilton, a circa mezzo secondo da quello di Verstappen, è stato registrato addirittura con gomme dure, e l’impressione è stata che una W15 con un buon assetto e un alto livello di carico aerodinamico. Il britannico ha poi validato l’assetto a passo gara con una long run di circa 20 giri, sempre con tempi costanti e basso degrado. Una buona Mercedes quindi, che potrebbe provare a dire la sua anche sulle alture austriache. Così come quasi sicuramente sarà la partita a contare La McLaren. Piastri ha chiuso con il secondo tempo, ma i segnali dati da Lando Norris sono stati ancora più incoraggianti, nonostante l’inglese non abbia terminato i giri di simulazione di qualifica, senza quindi dare un’idea del comportamento della sua MCL38 nel tratto finale della la pista, che è particolarmente critica. Da quanto vediamo dai dati di Piastri notiamo la solitaria McLaren completama per il momento non riesce a tenere testa a Verstappen nella seconda metà del giro, anche se l’impressione è che Piastri sia stato più conservativo dell’olandese. Della Mercedes in parte e della McLaren in particolare notiamo una curva di erogazione piena e anticipata, segno di una taratura dedicata della Power Unit Mercedes che anticipa lo scarico di potenza per arrivare il prima possibile sopra i 300 km/h, per poi stabilizzarsi in quella zona, sfruttando quindi più la trazione che l’accelerazione, che come sappiamo è particolarmente redditizia sulla pista austriaca.

Ferrari da tradurre

Infine, per quanto riguarda la scuderia di Maranello, quello che notiamo è innanzitutto una curva di erogazione abbastanza “lunga” e snella, quindi con poco anticipo e poca potenza, soprattutto nella lunga salita fino alla curva 3. Il fatto che Leclerc sia molto più veloce in discesa che in salita rispetto alla concorrenza sembra tradire un maggiore quantità di carburante sulla sua monopostoinsieme ad un propulsore ancora limitato nella potenza erogata. L’SF-24 non brilla però nemmeno nell’ultimo settore, dove soffre gran parte del gap, soprattutto alla curva 7 e nelle ultime due curve. È difficile fare previsioni precise, perché le variabili sono sempre molte, ma è chiaro che la Ferrari ha bisogno di ottimizzare maggiormente il set-up per essere competitiva per le prime posizioniperché su questa pista, come detto, ogni dettaglio fa la differenza. La sprint shoot out (o sprint qualification come la chiamiamo noi) sarà quindi probabilmente tirata al millesimo, dove ogni centimetro conterà e gli errori non saranno perdonati. Vedremo quale sarà il primo responso ufficiale del weekend austriaco.

 
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