Favorito dalla destra di Marine Le Pen, Bardella potrebbe diventare primo ministro – .

Favorito dalla destra di Marine Le Pen, Bardella potrebbe diventare primo ministro – .
Favorito dalla destra di Marine Le Pen, Bardella potrebbe diventare primo ministro – .

Sono passati 22 anni da quando – erano le elezioni presidenziali del 2002 – Le Pen, l’anziano fondatore del partito che incarna l’estrema destra francese, si trovò, a sorpresa, proiettato al ballottaggio. Era la prima volta che il Front National e l’Eliseo venivano separati da un voto. Si mise in moto il Front Républicain, quel riflesso che fino ad allora aveva spinto i francesi che non erano di estrema destra a votare, al ballottaggio, insieme a tutti gli altri partiti contro il nemico comune, il FN. Del Fronte repubblicano rimane poco o niente, la marcia di sgombero dei Marine lo ha demolito. La conseguenza è che al ballottaggio il RN potrà sfruttare le divisioni tra macroniani e sinistra: entrambi, infatti, rinunceranno solo in alcuni casi a trasferire i voti del più debole al candidato più competitivo. In altri casi vincerà RN, che secondo gli ultimi sondaggi sfiora la maggioranza assoluta (289 seggi). Gli ultimi sondaggi vedono RN al 35%, Nuovo Fronte Popolare (NFP) al 29%, Ensemble al 20%, i Républicains al 9%. La campagna elettorale più rapida e “folle” della storia di Francia – 20 giorni – è stata caratterizzata fin dall’inizio dal drammatico annuncio di Eric Ciottipresidente delle Républicains, di un accordo elettorale con i lepenisti. Una sorta di squarcio in quel “soffitto di vetro” che finora aveva impedito all’estrema destra di stringere qualsiasi alleanza per conquistare il potere. In un colpo solo, scrivono gli analisti, la scelta di Macron ha autodistrutto la maggioranza e aperto una breccia nella tradizione del gollismo come barriera al Front National e ai suoi eredi. Allo stesso tempo, la drastica decisione del presidente di mettere il Paese di fronte alle proprie responsabilità ha consentito la creazione, in pochi giorni, di un Fronte popolare di sinistra che spazia dalla sinistra radicale di La France Insoumise guidata dal controverso “ tribuna” Jean-Luc Mélenchon, agli ecologisti e perfino ai socialisti di Raphael Glucksmann, moderato e riformista che aveva fatto rivivere l’estinto Partito socialista, portandolo al terzo posto alle elezioni europee. Molti, quasi 4 elettori di Glucksmann su 10, hanno dichiarato di disapprovare la scelta di aderire alla sinistra più estrema, che è caduta anche in ricorrenti accuse di mancanza di trasparenza interna, di programmi populisti (soprattutto la cancellazione della riforma delle pensioni con il ritorno a 60 anni per tutti) e perfino l’antisemitismo. La campagna elettorale è stata veemente, talvolta verbalmente violenta, ma senza nemmeno il tempo di approfondire i temi. La maggioranza si fidava del primo ministro Gabriele Attalche più volte ha sfidato Bardella nei dibattiti televisivi: competenza e pragmatismo contro la voglia di cambiare regole e valori. Tra le proposte del Rn, sospensione della regolarizzazione degli immigrati, fine dello ius soli, vietati incarichi importanti a chi ha la doppia nazionalità. Nelle ultime ore della campagna elettorale si è verificato uno scontro sulle prerogative del presidente della Repubblica, con Marine Le Pen che ha proclamato che Macron «non potrà inviare truppe in Ucraina» perché «il capo titolare delle forze armate è solo onorifico per il presidente». La convivenza al potere è già iniziata.

 
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NEXT sì, ci sono anche quelli di Bridgerton 3! – .