Federico Strumolo
30 giugno 2024
L’Italia è fuori dall’europeo, ma alla fine non è mai stata dentro. Lo si vede dalla partita, lo si capisce dai volti dei giocatori di Berlino, sfiduciati fin dall’inizio, lo confermano le parole dell’allenatore Luciano Spalletti. “Non siamo arrivati a questo Europeo in condizioni eccezionali e fare tutto a questa temperatura non è facile. Si poteva fare di più, ma quando trovi squadre che giocano bene, devi farlo altrettanto bene – le parole del tecnico -. C’è la possibilità di costruire qualcosa, ma ci vuole un po’ più di tempo. Io non ho avuto molto tempo, se guardiamo ai miei predecessori quasi tutti hanno fatto più partite di me.
In termini di responsabilità, che è sempre dell’allenatore, le scelte le ho fatte io». Insomma, secondo Spalletti il problema principale sembra essere stato il ritmo, non sostenuto dall’Italia. «La differenza l’ha fatta il ritmo, troppo inferiore al loro. E anche nelle individualità c’è stato un passo diverso. Purtroppo ritmo e freschezza fanno sempre la differenza. Eppure questa volta, a differenza della partita precedente, ho cambiato giocatori e li ho fatti recuperare. Ma la risposta è stata la stessa. Vediamo che in questo momento più di così non possiamo fare. Ci vuole più ritmo, più gamba, più continuità, più sacrificio». Tra i pochi a sopravvivere in campo c’è sicuramente il capitano Gianluigi Donnarummama il portiere da solo non può fare miracoli: «È difficile anche solo parlare, dobbiamo assumerci la responsabilità e chiedere scusa ai tifosi, non siamo mai entrati in partita e abbiamo lasciato loro la palla.
Dobbiamo dare credito anche a loro”. Quei tifosi che non hanno preso per niente bene la prestazione italiana, allontanando i giocatori finiti sotto il settore degli spettatori italiani: la delusione della gente è evidente, soprattutto dei connazionali che vivono in Germania e speravano di rivivere le emozioni del 2006 , quando c’era un’Italia completamente diversa. E ora cosa facciamo? Inutile dire che tutti si aspettavano di più dall’allenatore Spallettiche sembra aver creato più confusione che altro, cambiando spesso giocatori e formazioni, probabilmente sopravvalutando la qualità della rosa a disposizione (e chi resta a casa protesta su Instagram a fine partita, come Matteo Politano, che posta su Instagram una faccina polemica). Complicato pensare alle dimissioni, che, quando si parla di selezionatori della Nazionale, restano esclusiva di Cesare Prandelli, andato via dopo il fallito Mondiale del 2014 in Brasile, dove vennero eliminati nella fase a gironi. Lo stesso vale per il presidente della Figc Gabriele Gravina, che aveva già scelto di restare alla guida dopo la clamorosa mancata qualificazione al Mondiale del 2022. Per ora Spalletti si limita a un “parlerò con Gravina”, mentre il presidente federale farà oggi il punto con la stampa. E la rosa? Qualcosa, è chiaro, dovrà cambiare, ma l’età media impedisce un ricambio generazionale. È probabilmente la fine dell’avventura in azzurro per alcuni ultratrentenni, dal 32enne Jorginho, al 34enne Matteo Darmian, che dopo l’eliminazione non si nasconde: «Dobbiamo chiedere scusa a tutti».
