Iacovone yes, Iacovone no. Fluctuating situation – .

Iacovone yes, Iacovone no. Fluctuating situation – .
Iacovone yes, Iacovone no. Fluctuating situation – .

La nuova stagione calcistica del Taranto Calcio è ufficialmente iniziata ieri, lunedì 1° luglio, con la conferenza stampa del Presidente Massimo Giove, del Vice Presidente Vincenzo Sapia e del Mister Eziolino Capuano, ma a farla da padrone, almeno per ora, non sono tanto i nomi dei futuri giocatori che indosseranno la maglia rossoblù, quanto la possibilità che il Taranto possa disputare i prossimi due campionati tra le mura amiche dello Iacovone, convivendo con i lavori di ristrutturazione dell’impianto Salinella in vista dei Giochi del Mediterraneo del 2026.


Siamo di fronte a una situazione altalenante. A sentire le dichiarazioni degli attori in campo, un giorno la coabitazione sembra fatta, un altro giorno tutto torna a essere in bilico. A dire il vero, l’unico a non crearsi false illusioni è sempre stato il commissario straordinario Massimo Ferrarese fin dal primo giorno, che ha sempre detto che per lui non ci sarebbe stato alcun problema per una coabitazione squadra-lavori di ristrutturazione, subordinando una decisione in tal senso a quanto sarebbe emerso dal progetto elaborato da Sport e Salute, la controllata del Ministero dell’Economia e delle Finanze cui è stato affidato il compito di produrre, appunto, il progetto (che prevede la demolizione, a partire dalla Tribuna, dell’anello inferiore per una struttura all’inglese con le tribune a ridosso del campo di gioco). E i tecnici di Sport e Salute hanno dato il via libera alla possibile coabitazione. Un pronunciamento di cui il commissario Ferrarese ha subito preso atto mentre continua a lavorare su un’ipotesi B.
Anche il ministro dello Sport Andrea Abodi, durante la sua visita a Taranto del 15 aprile, aveva confermato quanto detto da Sport e Salute. Salvo poi rimescolare le carte quando, mercoledì scorso 26 giugno, sbarcando di nuovo sulle sponde dello Ionio, poco prima di incontrare il commissario Ferrarese, ha parlato della speranza che il Taranto potesse giocare allo Iacovone. Un concetto ribadito il giorno dopo, 27 giugno, durante il sopralluogo all’ex Centro Magna Grecia. Insomma, dalla promessa si è passati alla speranza che 10 mila spettatori potessero assistere alle partite del Taranto nonostante il progetto di fattibilità abbia sempre parlato di 4 mila persone. Questioni prioritarie, dunque, che per il ministro e il governo si traducono nell’avere uno stadio pronto per i Giochi ma anche, e soprattutto, per il dopo-Giochi. Poi c’è la società calcistica del Taranto. Il presidente Giove ha assicurato in conferenza stampa che lo Iacovone c’è: “Ci hanno detto che lo stadio c’è e un documento allegato alla domanda di iscrizione lo dimostra”.
In tutto questo, va detto, entrano in gioco altre due variabili: la prima, una volta indetta la gara e aggiudicati i lavori, sarà l’impresa vincitrice a dover redigere il progetto esecutivo (trattandosi di procedura negoziata) per dire se sarà possibile o meno la coabitazione con il cantiere in corso. L’altra variabile, non certo secondaria, anzi, è data dalla Commissione di vigilanza sul pubblico spettacolo (composta dal Questore o suo delegato, da un medico provinciale, da un ingegnere esperto in strutture, dal comandante provinciale dei Vigili del Fuoco o suo delegato, da un ingegnere esperto in elettrotecnica, da un rappresentante dei gestori dei locali di pubblico spettacolo, da un rappresentante dell’organizzazione sindacale dei lavoratori dello spettacolo, dal sindaco del comune interessato o suo delegato, dal comandante della Polizia locale o suo delegato. Si può aggiungere, se necessario, un ingegnere esperto in acustica). L’ultima parola, infatti, spetta alla Commissione stessa. Quindi sull’altalena delle emozioni dovremo continuare a stare seduti ancora per un po’. E per cogliere la margherita: Iacovone sì, Iacovone no….

 
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