Primo sì dall’Europa alla quinta puntata del PNRR italiano – .

Primo sì dall’Europa alla quinta puntata del PNRR italiano – .
Primo sì dall’Europa alla quinta puntata del PNRR italiano – .

“È stato un processo complesso, frutto di una proficua collaborazione tra Unione Europea e Governo italiano”. Così il ministro Raffaele Fitto commenta in conferenza stampa il via libera di Bruxelles alla quinta rata del PNRR. Si tratta di “un risultato molto positivo e soddisfacente per il Governo”, ha detto Fitto, perché “si aggiungono due nuovi obiettivi, uno riguarda la lotta all’evasione fiscale” e “l’importo della rata è aumentato” di 400 milioni di euro. “Sono molto felice di annunciare che la Commissione Europea ha approvato oggi il pagamento della quinta rata del PNRR”. Lo ha detto in un videomessaggio il premier Giorgia Meloni, sottolineando che “questa è un’ottima notizia per l’Italia, è un’ottima notizia per i cittadini. Una notizia che contraddice ancora una volta chi aveva scommesso sul fallimento di questo Governo, chi in cuor suo sperava che l’Italia potesse perdere i soldi dell’Europa per ottenere magari un vantaggio elettorale, mentre lo dicevano. Ma non è andata così. E con il lavoro di questi mesi abbiamo dimostrato che tutte quelle previsioni erano sbagliate. Lo abbiamo dimostrato facendo quello che sappiamo fare meglio, cioè studiare i dossier, lavorare, portare a casa i risultati concreti”.

Dettagli della quinta puntata

La Commissione Ue ha dato una valutazione preliminare positiva al pagamento della quinta rata del PNRR italiano. La richiesta di dicembre era di 52 milestone-obiettivi per 10,6 miliardi (al netto di prefinanziamenti per 1,6 miliardi). L’importo della rata è salito a 11,1 miliardi (3,2 a fondo perduto e 7,9 a prestito) per 54 milestone-obiettivi con l’anticipo, a quanto si apprende, di due obiettivi della sesta rata. L’esecutivo Ue ha dichiarato di non poter valutare il raggiungimento di un obiettivo da 110 milioni per motivi metodologici. I pagamenti approvati nel PNRR italiano salgono ora a 113,5 miliardi su 194,4 miliardi.

La quinta puntata del PNRR italiano prevede nove obiettivi-goal sulla transizione green, la gestione dei rifiuti e delle acque. Tra i vari risultati, emerge che a fine 2023 l’Italia ha chiuso 22 discariche abusive (su 34, oltre il 60%). Ha migliorato la raccolta differenziata riducendo del 9% il divario tra la media nazionale e la regione con i risultati peggiori. Tra le cinque misure previste per la mobilità sostenibile, ad esempio, ci sono 200 chilometri di piste ciclabili completate nelle aree metropolitane. O lo sviluppo delle infrastrutture di trasporto pubblico con altri 231 chilometri. Nel trasporto regionale sono stati acquistati oltre 3mila nuovi mezzi per ampliare la flotta di autobus a zero o basse emissioni.

Nella transizione digitale della pubblica amministrazione sono stati pianificati 17 obiettivi e traguardi. Al 31 dicembre 2023, altre 6.678 pubbliche amministrazioni hanno adottato i sistemi di pagamento digitale PagoPA (+71% rispetto al 2021) e hanno aggiunto il servizio con l’app Io 10.675 pubbliche amministrazioni (+251% rispetto al 2021). 13 traguardi-obiettivi riguardavano misure per rafforzare il clima aziendale.

Altri tre erano legati alle politiche sociali: in quest’area sono state erogate 55mila borse di studio a studenti con difficoltà socioeconomiche. Nell’ambito di due obiettivi in ​​ambito sanitario, è stato avviato almeno un progetto di telemedicina da tutte le province e regioni autonome e sono stati forniti aiuti a 500 farmacie in piccole comunità.

Per l’obiettivo che attualmente comporta una sospensione di fatto del via libera al pagamento di 110 milioni sul valore complessivo richiesto con la quinta rata italiana del PNRR, l’esecutivo comunitario ha ritenuto, da quanto si apprende, di non essere in grado di concludere la propria valutazione. Il nocciolo è il tenore della decisione attuativa del Consiglio che ha approvato il piano italiano, che non fornisce chiarezza sulla metodologia da applicare per valutare il raggiungimento dell’obiettivo. L’obiettivo riguarda le riforme degli appalti della pubblica amministrazione e in particolare la riduzione del 10% del tempo medio tra l’aggiudicazione di un contratto e la consegna delle opere infrastrutturali.

Da quanto trapela, l’Italia ha già manifestato la sua disponibilità a presentare una richiesta motivata per modificare la decisione del Consiglio e tutto dovrebbe sbloccarsi nel giro di qualche mese.

 
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