Emanuela Anechoum vince il Premio Letterario 2024 – .

Emanuela Anechoum vince il Premio Letterario 2024 – .
Emanuela Anechoum vince il Premio Letterario 2024 – .

02 Lug 2024 19:59

Emanuela Anechoum con il romanzo ‘Tangerinn’ ha vinto la decima edizione del Premio Letterario Città di Lugnano. Il romanzo vincitore è stato scelto da una giuria di esperti e dal pubblico, che da parte sua ha indicato come prescelto ‘Il velo strappato’ di Brunella Schisa. La sezione racconti inediti, dedicata quest’anno al tema della luce, è stata vinta da Pancrazio Anfuso con il libro ‘Dal buio’. Gli altri finalisti sono stati Giulia Corsalini con ‘La condizione della memoria’ e Alice Urciolo con ‘La verità che ci riguarda’. La giuria di esperti presieduta da Paolo Petroni, era composta da Daniela Carmosino, Annagrazia Martino, Giorgio Nisini, Paolo Pintacuda, Ilaria Rossetti, Carlo Zanframundo e Luca Ricci, vincitore dell’edizione 2023 che ne farà parte per un’edizione.

‘Tangerinn’ è una lettera-dialogo tra Mina e il padre recentemente scomparso, aprendo un confronto che, tra Londra e il Marocco, ha il suo centro in un paese della Calabria dove la ragazza è cresciuta e il padre ha aperto un bar sulla spiaggia frequentato da molti immigrati. Rivolgendosi a lui con il “tu” informale e ricostruendo il passato proprio e del padre, scopre le somiglianze dei due sradicamenti e come, se si vuole vivere trovando un po’ di pace, bisogna imparare ad accettare ciò che la vita ti dà. Sono pagine intense, poetiche, malinconiche, ironiche e a tratti drammatiche che, guardando indietro, guardano avanti e riscoprono l’importanza degli affetti e del proprio mondo, affrontando le problematiche degli immigrati di seconda generazione. L’autrice, Emanuela Anechoum, è calabrese, ha 33 anni e lavora nell’editoria. ‘Il velo strappato’ di Schisa racconta con bella opera narrativa la vicenda storica di Enrichetta Caracciolo, costretta a farsi suora, spirito ribelle che reagì per tutta la vita a quella violenza, avendo anche un ruolo nei moti risorgimentali. Il racconto ‘Dal buio’ di Anfuso riporta con grande finezza umana e sociale i pensieri di un minatore chiuso in una galleria che occupa con molti colleghi per protestare contro il trattamento del datore di lavoro. Il libro è stato raccolto con gli altri racconti finalisti in un volume dal titolo ‘Effetto luce’ curato da Elisabetta Putini che è anche ideatrice, curatrice e presentatrice del Premio stesso. Da quest’anno si è aggiunto un premio speciale dedicato a Giorgio Patrizi per ricordare l’illustre italianista, membro della giuria e tra i fondatori del premio scomparso meno di un anno fa. Ha vinto Deborah Gambetta con ‘Incompletezza’, romanzo di grande qualità stilistica e di ricerca sperimentale, dedicato a un complicato problema sentimentale personale e all’amore per il logico matematico Kurt Godel con la sua vita tormentata e i suoi teoremi fondamentali e non facili.

Durante la premiazione è stata inaugurata in municipio la mostra ‘Com’eri vestita’ curata da Amnesty International per denunciare la violenza sulle donne. Durante e dopo la cena, la serata di questa decima edizione è stata conclusa dal gruppo ‘Le Swingeresse’ che ha proposto musiche swing di ieri e di oggi. Molto apprezzate le ‘decorazioni letterarie’ negli angoli del borgo, curate da Francesca Capalti, realizzate con carta riciclata da vecchi libri. Sono stati presentati anche due libri: ‘Ogni altro sono io’ di Patrizia D’Antonio che ha come protagonista Alberto Manzi, maestro e umanista. Un interessante saggio che rievoca la figura del maestro della storica trasmissione Rai ‘Non è mai troppo tardi’, evidenziandone le qualità umane, lo straordinario spirito pedagogico e il messaggio umanista che la sua opera ci ha lasciato. L’altro libro era ‘La fabbrica delle ragazze’ di Ilaria Rossetti, membro della giuria, un romanzo storico molto attuale che parte da temi come le morti sul lavoro e la guerra con un buon ritmo, colpi di scena, cambi di prospettiva e un racconto quasi corale. In sottofondo la ‘voce’ delle ragazze che lavoravano nella fabbrica di munizioni di Bollate, esplosa il 7 giugno 1918, provocando 59 vittime. Si è svolta anche la cerimonia di premiazione del Premio letterario scrittori in erba, una sezione speciale del premio letterario rivolta ai giovanissimi e dedicata a due fondamentali figure femminili lugnanesi, la maestra Loredana Santacroce e l’assessore Maria Saltalamacchia.

‘Radici’ è il tema assegnato ai ragazzi per la realizzazione delle loro opere, dedicato all’anno del Turismo delle Radici. Il premio ‘Scrittori in erba’ coinvolge gli studenti e i docenti delle scuole del Circolo Scolastico di Attigliano, Alviano, Guardea, Giove, Lugnano e Penna in Teverina. Per la categoria Racconti, il primo premio è stato vinto da Nicolò Ruco di Lugnano in Teverina mentre per le poesie, il primo posto è stato assegnato a Ludovica Masci di Penna in Teverina. Presenti anche alcuni docenti dei vari plessi scolastici tra cui Stefania Turreni e Rossella Santacroce. Durante la premiazione sono state ricordate le figure a cui è dedicato il concorso: la maestra Loredana Santacroce e Maria Saltalamacchia. Le opere dei ragazzi sono state poi protagoniste di un Reading ‘Dichiarazioni d’amore’ a cura e con l’Associazione teatro Ippocampo. La giornata si è conclusa con il convegno ‘Le nostre radici culturali nell’anno del turismo delle radici’, prima iniziativa del progetto a cui partecipa il Comune di Lugnano in Teverina insieme ad altri Comuni dell’Amerino. Per l’occasione sono intervenute come relatrici Valeria Alessandrini, consigliere del Ministro dell’Istruzione, Pina Foti e Paola Dell’Uomo, esperte di Turismo delle radici. Da Londra sono intervenuti i nostri concittadini Aire Elena Del Signore e Andrea Sensini e da Stanford David Pickel, direttore degli scavi archeologici di Poggio Gramignano.

 
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