“Sei avaro, potevi darci due statuette. Ci hai messo anche qui sulle scale” – .

“Attento a te.” “Ai David sei avaro, potevi regalarci due statuette”. “Non preoccuparti, signora, non dirò molto altro.” “Il lavoro dei costumisti è valutato come quello dei vetrinisti”. “Ci sono solo 45 secondi ma ne prenderò di più.” “L’Europa è improvvisamente diventata sionista e antisemita”. Ciclone Sergio Ballo alla notte dei David di Donatello 2024 è servito. Nemmeno tre minuti di intervento per ritirare il David come miglior costumistainsieme a Daria Calvelli, per il film Rapito Di Marco Bellocchio e balla occupa l’attenzione dell’intera serata in prima serata su Rai1. I miei occhi, scusate il microfono. Il costumista veneziano, 68 anni, pilastro storico del cinema di Bellocchio (Ora della religione; Buongiorno, buonanotte; VINCITA; tra gli altri), non lo avevamo mai ascoltato. E ora vogliamo ascoltarlo di più. Perché Ballo fa una cosa che non si usa più nel mondo artistico italiano, abituato alle sciocchezze di circostanza: esprime un giudizio non conforme alla retorica salamelecco. Puoi essere d’accordo o meno, ma almeno dice qualcosa. Intanto lo sfondo. La produzione Rai ha deciso che i David per le cosiddette categorie minori (scenografia, costumi, montaggio, ecc.) arriveranno consegnato agli studi di Cinecittà, quindi distanti dal palco e dalla platea dove siedono attori, registi e produttori. Quando si tratta dei migliori costumi, la situazione è piuttosto surreale, peche lo sfondo è uno stretto pianerottolo di chissà quale film d’anteguerra. A presentare le candidature è Biggio (il cameriere cadavere, quindi nemmeno Conti e Marcuzzi ndr). nel seminterrato mentre i candidati sono seduti o in piedi, al buio, sui gradini o appoggiati ad una ringhiera.

È un momento davvero imbarazzante, ma gli scrittori hanno deciso che andrà così. Ballo infatti comincia a gridare nell’ombra. Lo sentiamo dire a Biggio “attento a te”, ma non riconosciamo il suo volto, il suo corpo, non c’è la didascalia. Insomma, un approccio registico che non si trovava nemmeno nella Romania di Ceausescu. In breve, Ballo e Calvelli vincono e il costumista prende il microfono. “Cosa facciamo con questa statuetta? Lo tagliamo in due? Quanto è economico! Avresti potuto darcene anche due.” Biggio si fa piccolo, si sente un vago applauso dalla sala dei big, e Ballo prosegue. “Sono piuttosto arrabbiato. Ci hanno messo qui sulle scale come Wanda Osiris mentre avremmo preferito condividere questo premio e questo lavoro con i colleghi di sala”. Un assistente di studio evidentemente avverte che lo tsunami sta arrivando e dice qualcosa di spiacevole a lui e a Ballo: “Signora, non si preoccupi, non dirò troppo”. Invece: «Purtroppo il nostro lavoro di costumisti e scenografi è considerato lavoro di vetrinisti e cameriere e questa è una cosa che non dovrebbe accadere». Finito? No. “So di avere solo 45 secondi ma ne prenderò di più. Ora avrò una discussione più seria”.

E qui i brividi percorrono le spalle anche dell’intero consiglio di amministrazione Rai. “Ho voluto dedicare questo premio ad un amico che non è più con noi. Pochi giorni prima della sua morte, Stefania ha voluto regalarmi il taled (scialle di preghiera ebraico) di suo nonno morto ad Auschwitz il 30 maggio 1944, pochi giorni prima che gli alleati entrassero a Roma. Lo presero per una spia italiana. Questo mi riporta a una discussione generale sul film di Marco che volevo disperatamente fare. E sul caso di Edgardo Mortara (da cui è tratto il film ndr), il ragazzino (nato ebreo poi rapito dal papa e trasformato in cattolico poiché battezzato di nascosto dalla sua ancella a metà Ottocento a Bologna ndr) morto in Belgio poche settimane prima che i nazisti lo invadessero. “Mi stringo, ma non puoi interrompermi”, mantiene il climax basso. “Nonostante due battesimi, le leggi razziali italiane sarebbero finite in un campo di concentramento. Oggi è un momento triste per tutti noi (interruzioni con le mani in tasca dove, dice, “la mia cosa suona”) perché c’è un perverso ritorno dell’antisemitismo mentre l’Europa ora sostiene il caos a cui stiamo assistendo”.

Ballo si conclude infine con un intervento di Rai Storia. “Ora l’Europa è improvvisamente diventata sionista. Ti dico bene una cosa, non mi schiero con nessuno. La bandiera del sionismo viene presa, ma è un concetto molto complesso. Il sionismo può anche essere cristiano, revisionista. Ma l’Europa continua ad essere antisemita in questo momento. Ed è una cosa terribile”. Applausi sempre dal palco centrale che viene ovattato con la manopola dell’audio. Vertici Rai in tachicardia con Wikipedia a tutto volume. King Dance for a Night per aver fatto una cosa normale: esprimere un’opinione.

 
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