la battuta sulla pizza, la minigonna di Nemo, il musicista di Joost vestito da gallina – .

la battuta sulla pizza, la minigonna di Nemo, il musicista di Joost vestito da gallina – .
la battuta sulla pizza, la minigonna di Nemo, il musicista di Joost vestito da gallina – .

MALMÖ – Sole splendente, temperatura piacevole, c’è anche qualche coraggioso che prende il sole a torso nudo nei parchi. È il Malmö che non ti aspetti, quello che accoglie il pubblico nel giorno delle prove in vista della seconda semifinale, quella di domani, giovedì, quando vedremo sul palco anche Angelina Mangoche rappresenta l’Italia all’Eurovision Song Contest con la canzone vincitrice dell’ultimo Festival di Sanremo, Noia.

Siamo entrati, invitati insieme ad altri duemila giornalisti, fotografi e cameraman da tutto il mondo. Sì, perché l’Eurovision è ancora il programma televisivo internazionale più visto dopo i grandi eventi sportivi come le Olimpiadi e i Mondiali di calcio, l’attenzione è altissima ovunque.

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La Malmö Arena si trova in una zona periferica della città, il primo scalo per chi arriva in treno dalla vicina Copenaghen, la Danimarca è proprio dietro l’angolo. Un centro direzionale ricco di uffici, centri commerciali, edifici avveniristici. Scortati, entriamo ordinati come studenti in gita. Le prove saranno una diretta simulata, sostanzialmente una versione secca di quanto si vedrà domani sera. L’aria è quindi più distesa, almeno per i due conduttori Petra Mede E Malin Akerman che, come gli artisti, indossano veri abiti di scena. Loro due, però, con la variante scarpe comode, sneakers, tacchi possono aspettare stasera.

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Salutano le delegazioni dei vari Paesi presenti in platea e ricevono in cambio grida e applausi entusiasti. Malin Åkerman chiama gli italiani: “Ci sono italiani?” dice in inglese, loro rispondono con grida di approvazione, “Sono felice di trovarvi qui”, continua in italiano, “così posso parlarvi nella vostra lingua, che ho imparato, sapete che ero sposato, cioè sposato, scusa, con un italiano: mio marito era napoletano, sai dire italiano anche se sei napoletano?”. Gelo. “Ma sono felice di trovarti qui, così puoi portarmi della pasta e anche della pizza napoletana, che amo ancora moltissimo.” Non lo rifarai dal vivo domani, vero, Malin?

Ecco allora che i sedici artisti sfilano uno dopo l’altro per il loro set offrendo, va detto, meno picchi kitsch rispetto alla prima semifinale. C’è molto argento e oro indossato tra i cantanti, c’è una grande esposizione di stivali al ginocchio tra cui quelli delle ballerine spagnole Zorra, qui come ospiti perché già qualificate per la finale, che entrano vestite come se dovessero partecipare a una riunione del consiglio di amministrazione ma poi si strappano i blazer per restare con corsetti senza cavallo e tacchi a spillo. Scherzi all’Eurovision.

Nemo

Tra le stranezze, la minigonna dello svizzero Nemo che impressiona con le sue abilità di funambolo su una piattaforma rotante delle dimensioni di una parabola satellitare. Effetto caldo-freddo per l’austriaco Kaleen che, tolto il cappotto con cui arriva sul palco, perché a queste latitudini non si sa mai, svela stivali alti fino alla coscia e un body argentato. Minigonna anche per l’armeno Ladanivadecorato però con motivi etnici: modernità e tradizione, insomma, come vuole l’estetica dell’Eurovision.

Ladaniva

Nessun intoppo nei test, anche se lo temevamo. Il fatto è che alcuni set sono complessi: sia il lettone Don rispetto a quello israeliano Eden Golan usano un anello, quello del Dons è enorme e leggero ma è diviso in due parti, e i tecnici faticano molto a separarle dall’incastro. Quello dell’Eden Golan dev’essere particolarmente pesante, lo portano via dopo averlo issato su carrelli con ruote.

Eden Golan

Una serata in cui le band tornano protagoniste: c’è la band spagnola di San Marino Megara, anche se non mancano le stravaganze dei ballerini vestiti come scheletri, mentre la cantante a un certo punto si toglie la pelliccia e scopre sulla schiena un’armatura cornuta come quella di un’iguana. Meno male che la canzone è lì.

La Megara

Premio Stravaganza 2024 all’olandese Joost, con spalline rinforzate tipo jeeg robot, molto stile anni ’80. Con lui un musicista vestito da gallina ma con sul petto il cerchio di stelle che simboleggia l’Europa.

Joost

La canzone si intitola Europae pare che da bambino avesse promesso al padre l’idea alla base di questa performance.

 
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