Brendan Fraser, una dieta drastica gli ha fatto perdere la memoria. Ora “rischia” l’Oscar grazie ai suoi 270 kg – .

Brendan Fraser, una dieta drastica gli ha fatto perdere la memoria. Ora “rischia” l’Oscar grazie ai suoi 270 kg – .
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Anche chi non è così appassionato di cinema, ma ha più di 30 anni, conosce bene il nome, e il volto, di Brendan Fraser54, ovvero Richard O’Connellla seducente protagonista della trilogia «La Mummia».
Dopo una carriera esplosiva negli anni ’90 e 2000, l’attore sex symbol, apprezzato dal pubblico sia femminile che maschile e stimato per la sua versatilità, è scomparso dalle scene. Sul red carpet è tornato solo l’anno scorso e dalla porta principale – cioè come candidato agli Oscar 2023 – visibilmente cambiato e in un ruolo diverso da quelli a cui ci aveva abituato. In «La balena» del regista Darren Aronfosky Fraser è Charlie, un professore omosessuale, vicino alla morte, che vive da solo, soffre di obesità e cerca di fare pace con la figlia. Un ruolo che gli rende merito, dopo un lungo periodo di immeritato oblio. Ecco perché.

La dieta drastica di Brendan Fraser “brucia il cervello”

Negli ultimi vent’anni, Fraser ha lavorato in produzioni minori e ruoli secondari, allontanandosi da Hollywood in parte per scelta, in parte per motivi di salute. Probabilmente hanno contribuito a determinare la crisi dell’uomo e dell’artista gli sconvolgimenti fisici dovuti ai ruoli che di volta in volta ricopriva. Prima fra tutte quella del 1997. In quel periodo l’attore dovette dimagrire drasticamente per poter (s)vestire il ruolo di «George King of the Jungle?», film tratto dall’omonima serie animata di «Tarzan». Un successo al botteghino stimato in 175 milioni di dollari (a fronte di un budget di circa 55 milioni di dollari). Durante le riprese, Fraser ha sfoggiato un fisico apollineo, frutto di una dieta così squilibrata e restrittiva da provocargli una temporanea perdita di memoria. In un’intervista a «Variety», settimanale di intrattenimento americano, l’artista ha rivelato di essere «drammaticamente affamato di carboidrati. Un giorno, tornando a casa, mi sono fermato a ritirare dei contanti senza successo. Il mio cervello aveva problemi di connessione: non riuscivo a ricordare lo spillo. Quella sera non avevo mangiato niente, era una dieta molto, troppo rigida».

Brendan Fraser, dal sovrappeso alla depressione

Altra sceneggiatura, altri guai per l’attore di Indianapolis. Mai sostituito da uno stuntman, aveva sofferto molto per la trilogia de «La Mummia». All’epoca Fraser era “tenuto insieme da ghiaccio e bende” come lui stesso dichiarò in un’intervista del 2018. Per risolvere il problemi alle ginocchia, alla schiena e alle corde vocali ci sono voluti sette anni di interventi chirurgici e dosi massicce di medicinali. Tutto questo lo ha portato ad aumentare di peso, a lavorare di meno e ad ammalarsi di depressione. La sua salute mentale è stata poi ulteriormente minata da un episodio di molestia sessuale: nel 2003 Filippo Berk, ex presidente della Hollywood Foreign Press Association (HFPA), associazione che organizza tra l’altro i Golden Globes, è venuto a molestarlo nel bel mezzo di un evento. Fraser inizialmente non ha denunciato l’incidente, che è stato reso pubblico solo nel 2018, un anno dopo l’avvento del movimento MeToo. L’episodio ha avuto un tale impatto sulla vita personale e professionale di Fraser che all’epoca ha divorziato dalla sua prima moglie Afton Smithdalla quale ebbe tre figli.

Diventare Charlie

Domani sera parteciperemo alla cerimonia dei 95esimi Academy Awards. Tra i film in lizza, con tre nomination — miglior trucco e acconciatura, miglior attore protagonista per Brendan Fraser, miglior attrice non protagonista per Hong Chau — c’è anche «The Whale». Per trasformarsi in Charlie, il protagonista del film, Fraser ha subito a estenuanti sessioni di trucco: della durata media di sei ore ciascuno, tutti i giorni. Indossava una tuta protesica del peso di 136 kg tanto da sembrare obeso di 270 kg: «Avevo bisogno – spiega a proposito del suo carattere – di imparare a muovermi in modo nuovo. Ho costruito muscoli che non sapevo di avere. Alla fine della giornata, ogni volta che mi toglievo il costume, avevo le vertigini. Quella sensazione oscillante mi ha fatto apprezzare quelli con corpi simili. ho imparato che devi essere una persona fisicamente e mentalmente forte per abitare quel corpo».
In un’intervista di Francesca Scorcucchi su Corriere Fraser ha anche detto che “ha preso peso per interpretare Charlie, ma senza il trucco non ci sarebbe stato questo film. Indosso una protesi creata con una nuova tecnologia. Un abito grasso che mi trasforma e mi permette di essere Charlie. Il regista ne era ben consapevole i ritocchi virtuali dovevano essere minimi e che quella protesi doveva obbedire alle leggi della fisica e della gravità, rendeva i miei movimenti difficili come quelli di una persona gravemente obesa. La mia doveva essere una rappresentazione che rispettasse e conferisse dignità a chi ne soffre».

Brendan Fraser, la rinascita

A restituire merito e dignità a Fraser attore, e forse anche uomo, è stato proprio il film di Darren Aronfosky (già regista di “The Black Swan” e “The Wrestler”), a volerlo nel ruolo di Charlie per il suo talento e non per l’aspetto fisico. A Venezia, dove il film è stato presentato in anteprima durante la Mostra del cinema di Venezia, Fraser è stato accolto da una standing ovation. Chissà che il successo italiano non sia premonitore. Come il più bello dei sogni.

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