Villa, da Milton con tante speranze e qualche timore – .

Marco Villa è tornato da Milton, la sede canadese dell’ultimo evento su pista della Nations Cup con un taccuino pieno di appunti, ma soprattutto con l’animo molto soddisfatto, consapevoli di avere tra le mani un gruppo che a Parigi potrà regalarci grandi soddisfazioni. Il circuito UCI non è stato facile da gestire, con uomini e donne presenti a singhiozzo, ma quando c’erano i big i risultati arrivavano sempre.

In Canada sono state effettuate sperimentazioni in campo maschile, dovendo presentare anche un Viviani ancora ammaccato e scosso dalla caduta subita nelle classiche belghe. Le ragazze erano invece presenti in formazione tipo ed i risultati sono stati così entusiasmanti da farci sognare una prospettiva olimpica.

«Abbiamo giocato bene – ammette il Comune (in apertura con il Paternoster) pensando al secondo posto delle ragazze nel quartetto – c’erano le migliori squadre, mancava solo la Nuova Zelanda che credo sia l’unica con noi e la Gran Bretagna che può fare 4’09”. Non ho mai schierato per scelta il quartetto titolare: i Pater Noster aveva già giocato Mondiale ed Europeo, ma volevo vederlo in azione Consonni E Alzini per dare la possibilità a tutti di gareggiare, anche perché il torneo olimpico sarà lungo”.

Le ragazze azzurre hanno ottenuto ottimi risultati cronometrici, classificandosi seconde (foto Uci)
Le ragazze azzurre hanno ottenuto ottimi risultati cronometrici, classificandosi seconde (foto Uci)
Cosa ti ha detto la finale con la squadra inglese che presentava il tipo di squadra?

Che possiamo sfidarli con coraggio, senza essere sconfitti. Anche senza Letizia, dopo 3 chilometri eravamo avanti e loro avevano perso un elemento. Purtroppo abbiamo perso anche lui, la Consonni non ha retto alla sua terza partita in una sola giornata e le ragazze si sono un po’ disgregate. Il torneo si è svolto in un’unica sessione, sarà anche perché abbiamo fatto la differenza rispetto alle altre squadre.

Quale?

Ho avuto la netta sensazione che squadre come Gran Bretagna e Francia arrivassero a Milton ben provate, dopo allenamenti mirati. Noi no, le ragazze ci sono ritrovate dopo qualche tempo, visti gli impegni in viaggio. Là Fidanzamento è venuta a Montichiari venerdì prima di partire per il Canada Guazzini aveva fatto le valigie ma Alzini non c’era, quando è arrivata non avevo nessuno con cui portarla in giro. Sono mancati molti sincronismi, ma questo non mi preoccupa, anzi in questo periodo e considerando le difficoltà contingenti è un buon segnale.

Paternoster sul podio omnium, con il vincitore Archibald e Valente
Paternoster sul podio omnium, con il vincitore Archibald e Valente
La situazione sembra identica a quella maschile di tre anni fa, quando i ragazzi erano vicini ma comunque inferiori alla Danimarca. Poi a Tokyo sapremo come è andata a finire…

Sono fiducioso, se avremo l’opportunità di farli lavorare tutti insieme potremo fare grandi cose. A 4’09” siamo già a questa situazione, vuol dire che possiamo fare meglio. Sono rimasto molto colpito dalla performance di Consonni e Balsamo senza alcuna formazione specifica, come anche da quanto fatto da Paternoster…

Che sembra essere davvero tornato ai suoi livelli migliori…

Preferivo che Milton si concentrasse sull’omnium per ottenere e darmi risposte. Ha fatto delle ottime prestazioni, è più vicina ai più forti Archibaldo E Valente. Sicuramente l’attività in trasferta e soprattutto i risultati ivi ottenuti le hanno dato molto in termini di fiducia, La vedo più sicura di sé, si è finalmente lasciata alle spalle tutte le tribolazioni. Anche nel suo caso ci sono ampi margini di miglioramento.

Per il quartetto italiano maschile un 5° posto utile soprattutto in ottica classifica (foto UCI)
Per il quartetto italiano maschile un 5° posto utile soprattutto in ottica classifica (foto UCI)
Paradossalmente anche Madison ha dato risposte positive, con Balsamo e Guazzini quarti dopo tanti errori tecnici, soprattutto nelle sostituzioni.

Voglio vedere quella gara come un bicchiere mezzo pieno proprio perché ci sono tanti dettagli tecnici da sistemare. Lo sprint deve essere impostato almeno 4 giri prima, non negli ultimi due e questo concetto non è ancora entrato nei sincronismi di coppia. L’ultimo sprint ha visto Guazzini partire molto indietro e compiere una grande rimonta, spendendo però tante energie che sarebbero servite. Rivedremo i film, lavoreremo su quello che non ha funzionato, guardando anche come si muovono squadre collaudate come Gran Bretagna e Francia. Sono un ottimista.

Veniamo agli uomini. Il 5° posto ti ha soddisfatto?

Questo era il nostro livello, al cospetto di squadre con la formazione tipica e che facevano una sorta di prova generale in vista dei Giochi. Da sottolineare la prestazione del Giappone, che ha comunque raggiunto il 3’48”, potete vedere come Gisiger sta funzionando bene anche lì, dopo quanto fatto con la Svizzera. A dire il vero mi aspettavo qualcosa di più da Manlio Moroma è arrivato con le tossine di Roubaix ancora dentro. Per un giovane come lui era stata una grande opportunità, non potevo certo chiedergli di rinunciarvi.

Per Vece, seconda qualificazione olimpica, dopo la velocità arriva anche il keirin (foto UCI)
Per Vece, seconda qualificazione olimpica, dopo la velocità arriva anche il keirin (foto UCI)
A questo proposito in Belgio abbiamo vissuto la grande paura delle cadute di Milan e Viviani. Come stai vivendo queste settimane di avvicinamento alle Olimpiadi, hai paura anche degli infortuni?

Se avessi paura non andrei avanti. Non dimenticare che nell’opinione generale è la pista più pericolosa, dove cadi e ti fai male. Può succedere ovunque, ma non riesco a capirlo a prescindere. I corridori devono onorare gli impegni delle loro squadre, posso solo sperare che non succeda nulla né quando sono con loro, né quando loro si allenano con noi. Non dimenticare cosa è successo prima di Tokyo, quando Milano è caduto in allenamento a Montichiari, non in una corsa in linea… E’ un approccio normale, andiamo avanti con la giornata.

Come lavoreremo adesso?

Alcuni saranno impegnati con le squadre, c’è anche chi andrà al Giro, con altri trascorreremo un periodo in quota. Stesso discorso per le ragazze per le quali ho addirittura previsto uno stage in quota tranne Guazzini che farà la Vuelta. Cercheremo di destreggiarci come sempre, cercando tutti i momenti giusti per lavorare insieme fino al rush finale a Parigi dove faremo il punto.

Un’ultima menzione merita Miriam Vece, che ha portato a casa due qualificazioni storiche…

Quando ho preso in mano il settore femminile le ho detto subito che doveva e poteva provarci, soprattutto nelle keirin che vivevano con grandi paure a causa delle cadute passate. Ci ha lavorato, a Milton ho visto i suoi passaggi senza paura tra gli avversari, cosa che prima non avrebbe mai fatto. Sta migliorando, si presenta sempre in buona posizione al campanello, dico che non va a Parigi solo per partecipare.

 
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