analisi telemetrica dello Sprint, dove la Ferrari soffre – Analisi Tecnica – .

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Lo sprint di Shanghai è stato piacevole ma da inserire in una contesto preciso degli eventiche ad un certo punto ha generato molta azione in pista e che allo stesso tempo ha nascosto molto del potenziale prestazionale delle vetture, anche la scala dei valori appare quella consueta stagionale ed invariata.

Norris drammatico, Verstappen fuori a fare una passeggiata

La partenza ha visto uno sprint fulmineo di Lewis Hamilton e un tentativo francamente difficile da comprendere di Lando Norris, che forse non avrebbe comunque avuto la possibilità di vincere questo sprint, ma allo stesso tempo ha buttato via ogni speranza. dalla prima curva, confermando la sua difficoltà ad essere incisivo nei momenti chiave. Dopo aver preso il comando, Hamilton ha provato a trovare il suo ritmo, ma non ha potuto fare nulla con la sua W15, che anzi era lenta e complicata da guidare su questa pista, rispetto a Verstappen che ha preso il comando e presto è scomparso all’orizzonte.

La chiave per Verstappen era avere una media di battuta di surplus di prestazione tale da garantirgli un sorpasso veloce e pulito su Fernando Alonso, con lo spagnolo dell’Aston Martin che ha poi avuto un’influenza fondamentale sull’esito della gara, nonostante il suo ritiro.

Alonso fa da stopper ma Sainz non lo supera: la situazione si scalda fino allo scontro

Superato Verstappen, Alonso si ritrova in terza posizione a dover difendersi dall’arrivo di Sainz senza nemmeno poter utilizzare il DRS per cercare di mantenere la posizione, ma tra i due si innesca un circolo vizioso che caratterizza gran parte della fase centrale di la gara, come si evince anche dal grafico. Là carenza di trazione nei tratti con maggior carico laterale notati ieri sulla SF24 si manifesta chiaramente all’uscita della curva 13, quella che immette sul lungo rettilineo che costituisce l’occasione più ghiotta per il sorpasso, con la Ferrari di Sainz che rimane molto vicina all’Aston di Alonso per tutto il giro ma non riesce a contenere lo slancio in quel tratto. Anche le gomme di Sainz hanno sofferto un duello nei primissimi giri con Max Verstappen e lo spagnolo della Ferrari sembra avere il posteriore fuori dalla finestra di temperatura senza però avere la possibilità di lasciarlo respirare vista la continua bagarre in cui corre, con Alonso più dentro davanti lento e Perez dietro sotto grande pressione per prendere la posizione. Le cose continuano così e alle spalle di Alonso si forma un trenino che impedisce anche solo di valutare le prestazioni del passo gara in termini di media e tempi, visto che Sainz, Perez, Leclerc e Norris sono tutti costretti a mantenere lo stesso ritmo dietro al leader. Questo fino a 4 giri dalla fine, quando Sainz inventa finalmente il sorpasso cambiando punto della pista e facendolo addirittura all’esterno della curva 7, una curva veloce. Alonso, però, non è disposto a subire un sorpasso del genere e reagisce con orgoglio (anche troppo a nostro modesto avviso) forzando nettamente l’ingresso interno nella serie di curve successive, finendo per tamponare pesantemente Sainz e infine concedersi libero strada per Perez, che ne approfitta eseguendo un doppio sorpasso che ricorda un po’ l’ultima gara di Silverstone del 2022. Sainz finisce in difficoltà, Leclerc sembra avercela con Perez. Il finale vede poi lo scontro (fisico) tra le due Ferrari, con Leclerc che supera Sainz che a sua volta si difende in maniera un po’ troppo irruente, anche se questo non deve sorprendere vista la situazione contrattuale di Sainz, che scende in pista senza un posto garantito per la stagione 2025 avendo comprensibilmente come primo obiettivo quello di battere il compagno di squadra per mantenere un biglietto da visita importante sul mercato. Alla fine però Leclerc passa e l’impressione dai tempi è che in una gara lineare Perez non sarebbe volato via, a differenza di Verstappen.

Il dilemma antero-posteriore

Ciò che è emerso in questa gara è quindi il difficile situazione di compromesso cosa che la pista di Shanghai costringe piloti e team a fare. Se da un lato le lunghe curve a media velocità mettono a dura prova l’anteriore, che va protetto con un equilibrio aerodinamico e meccanico spostato verso l’avantreno, dall’altro, nelle operazioni di sorpasso e di difesa, la trazione gioca un ruolo fondamentale che se l’equilibrio viene spostato troppo in avanti si finisce per rimanere bloccati dietro un’auto più lenta o indifesi negli scontri corpo a corpo. Non è un caso che lo stesso Perez si sia aperto alla radio durante la gara lamentandosi di non avere abbastanza trazione, e che, secondo quanto riportato da Sky nel post gara, lo stesso messicano abbia deciso di apportare alcune modifiche all’assetto della sua RB20 approfittando del parco all’aperto.

Parco aperto e qualificazione

E proprio in tema di parco aperto vedremo se e come cambieranno gli assetti delle monoposto dopo l’esperienza maturata nella Sprint, considerando che ingegneri e meccanici possono modificare liberamente le monoposto in vista delle qualifiche. Le impressioni raccolte vanno ovviamente calibrate nell’ottica di una gara in cui si parte con il serbatoio pieno, quindi con sollecitazioni sugli assi e risposte dinamiche completamente diverse. Con gli assetti visti nello sprint Ovviamente la Red Bull di Verstappen è stata assolutamente dominante con Perez apparso invece attaccabile dalle Ferrari, seconda forza sulla pista. La McLaren sembrava essere la terza forza, ma le difficoltà attese sulla pista cinese sembravano emergere sull’asciutto, mentre la Mercedes si aggrappava al secondo posto di Hamilton, ottenuto però grazie a tutto fuorché alla W15: il talento del pilota tra partenza e gestione e l’imprevisto Alonso che ha bloccato un gruppo di vetture tutte con potenziale migliore di quella di Brackley come risulta anche dal grafico. Vedremo quindi se queste impressioni verranno mantenute nella prossima sessione o se ci saranno cambiamenti significativi.

Tag: Cinese analisi telemetrica Sprint Ferrari soffre Analisi tecnica

 
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