“Se non vado a Parigi non è la fine del mondo” – .

“Se non vado a Parigi non è la fine del mondo” – .
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In generale, Nadal ha confermato di no “Credere di poter giocare al 100%, ma è importante poterlo fare un’ultima volta a Madrid. Per me significa molto poter giocare ancora su un campo che mi ha regalato tanti bei momenti”. Non tanti quanto quelli regalati da Philippe Chatrier del Parigi, il fuoriclasse del Roland Garros sulla cui presenza Rafa ha preferito non sbilanciarsi: “Se arrivassi a Parigi nelle condizioni in cui sono oggi non giocherei. Giocherò al Roland Garros solo se mi sentirò competitivo. Se posso giocare, gioco, altrimenti no. Non sarebbe la fine del mondo o della mia carriera. Ho ancora degli obiettivi dopo il Roland Garros, come le Olimpiadi”.

Ventuno anni lo separano dal suo prossimo rivale, “un giovane dal grande potenziale, per certi versi uno sconosciuto”. Tuttavia, nel suo percorso nel torneo, Nadal è apparso molto lucido: “Non è stata una settimana perfetta, è difficile dire quanto sono pronto, se potrò giocare con tante o poche limitazioni. Ma non voglio illudere nessuno e so bene cosa mi aspetta nelle prossime tre settimane e farò tutto quello che devo per poter giocare a Parigi”.

 
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