«Sapevo che seguendo Pogacar mi sarei buttato, ma non potevo tirarmi indietro» – .

«Sapevo che seguendo Pogacar mi sarei buttato, ma non potevo tirarmi indietro» – .
«Sapevo che seguendo Pogacar mi sarei buttato, ma non potevo tirarmi indietro» – .

Giulio Pellizzari alla partenza del Giro d’Italia 2024.

Momento della lettura: 2 minuti

Ventesimo all’arrivo, i tifosi attorno a lui cominciano a riconoscerlo e già gli chiedono l’impossibile: vincere in montagnaqualcuno gli urla di mirare al maglione rosa. Un ragazzo, più lucido, glielo chiede semplicemente Ben fatto e dirgli che da oggi lo aspetterà. In soli 140 chilometri, l’immagine di Giulio Pellizzari assunsero contorni diversi.

«Aprimi la Coca-Cola, per favore” lui chiede Pellizzariun po’ stanco e un po’ stordito.

Dagli una pacca De MarchiAvevo i crampi» risponde Alessandro. E passando fuori dall’autobus Ineos, si lascia andare in un «bravo ragazzo” A Gannacome ogni appassionato.

«Vorrei aver visto quanto velocemente è andata in salita».

Giulio però anche tu sei andato forte in salita.

«Mi sono ritrovato davanti, ho visto che Pogacar non aveva molti uomini con sé, si era presentata l’occasione e perché non avrei dovuto inserirla? È stata una bellissima giornata, davvero».

A un certo punto Pogacar rimonta da dietro.

«Sapevo che seguendolo mi sarei messo in croce, ma sono o non sono un giovane che deve scoprire i propri limiti? Quindi non ci ho pensato due volte e l’ho seguito, spero almeno di avere una sua foto al volante. Non capita spesso di trovarsi al volante di Pogacar in salita».

Come hai trascorso la notte prima del debutto?

«Serena, ho dormito senza problemi. Non avevo niente da perdere, nessuno mi chiedeva niente, ero solo emozionato. Forse solo una mezza paura».

Quale?

«Speravo di non far cadere nessuno, quando sei giovane e in un contesto come il Giro devi stare attento. Sai, per fare una frittata basta un approccio più rischioso. Invece, col passare dei chilometri, mi scioglievo e non ci pensavo più».

E questa sera?

«Ora in hotel, massaggi, cena e cercherò di non pensare per qualche ora alla bicicletta, perché sapersi distrarre è altrettanto fondamentale».

Con chi dormi?

«Con Zanoncello, il miglior compagno che potessi desiderare. Io andrei a mangiare una pizza anche fuori dalle gare, tanto per darvi un’idea».

E domani c’è Oropa.

«Sarà un’altra battaglia, vediamo, sono curioso. Ripeto, non ho nulla da perdere in questo Giro d’Italia: ho molto da imparare, ma se avrò l’opportunità di buttarmi di certo non mi tirerò indietro.».

 
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