Niccolò, 8 anni, si ferma mentre sta per segnare – .

Niccolò, 8 anni, si ferma mentre sta per segnare – .
Niccolò, 8 anni, si ferma mentre sta per segnare – .

JESOLO (VENEZIA) – Stava per segnare, ma se ne è accorto un giocatore dell’altra squadra era a terra e non stava bene: ah lasciò lì la palla e corse dal suo “collega” per accertarsi delle sue condizioni. Un gesto di fair play difficile da vedere sui campi di Serie A, figuriamoci in periferia. E a maggior ragione se il protagonista è un bambino solo otto anni che ha dimostrato di aver ben compreso quali sono le vere priorità della vita, fregandosene dell’eventuale marcatura.

Lo scorso 25 aprile si è svolto il “Torneo Jesolo – Memorial Sesto Fregonese – categoria primi calci 2015” nel quale Squadra veneta Sacca Fisola. I giovani biancorossi erano impegnati in uno dei match contro una squadra del trevigiano, l’Il Sant’Elena, quando uno dei piccoli giocatori in campo ha passato la palla al suo compagno di squadra, ma ha colpito un avversario direttamente alla bocca dello stomaco. Il bambino è crollato a terra, ma nel frattempo la palla gli era finita sui piedi Niccolò Battistuzzo che si ritrovò così solo davanti alla porta avversaria. Sarebbe stato un gol facile, se non fosse stato che il veneto si è voltato, ha visto l’avversario a terra, ha fermato la palla, l’ha lasciata lì ed è corso verso di lui insieme a tutti i compagni per assicurarsi che stesse bene.

Niente di grave, per fortuna, per il piccolo atleta di Sant’Elena, ma il gesto compiuto da Battistuzzo ricorda in qualche modo quello fatto da Di Canio quando giocava nel West Ham. In quell’occasione il portiere si infortunò e quando ricevette il passaggio del compagno, il numero 10 della squadra inglese fermò il gioco prendendo la palla con le mani per aiutare il giocatore in difficoltà. Sfortunatamente, dai campi suburbani si sente di tutto. Genitori che inveiscono contro gli arbitri, pugni e calci tra avversari, sospensioni di giocatori che durano anche mesi, squadre che si ritirano dai campionati per protesta. Questa volta, però, un segnale arriva da Sacca Fisola, una piccola realtà dell’isola della Giudecca, a Venezia, che si può insegnare qualcosa di buono ai bambini, a partire dal rispetto e dall’educazione.

Lino Garbisi, direttore sportivo del club, ricostruisce l’accaduto: «Appena abbiamo visto l’episodio, noi tutti adulti ci siamo accertati che l’avversario stesse bene, poi abbiamo detto bravi ai nostri ragazzi che erano corsi verso l’infortunato, partendo con Niccolò, che avrebbe potuto segnare e invece si è fermato”. Il tecnico chiarisce che sono proprio questi i valori che il club cerca di instillare nei giovani: «Per noi è fondamentale che i ragazzi si divertano, ma allo stesso tempo lo spogliatoio è un modo per imparare a rispettarsi a vicenda e stare insieme gli uni con gli altri. È una piccola società civile all’interno di un gruppo dove ognuno deve cercare di fare del proprio meglio. Ecco perché, secondo noi, tutti dovrebbero giocare. Ci deve essere spazio per il turno di tutti, perché lo sport a queste età deve insegnare prima di tutto l’educazione, il rispetto e che la vita non è solo fare gol”.

L’episodio era una ragione comprensibile per orgoglio per i genitori, Roberto Battistuzzo e Manuela Reghelini, che spiegano: «Fa molto piacere che un bambino di otto anni abbia avuto la sensibilità di fermarsi, in quello che era il loro primo torneo, dimostrando un vero spirito altruistico». Cuore di Mamma coglie l’occasione per spiegare che il bambino è sempre così: «È un ragazzino molto buono, di buon cuore, allegro, gentile. Non sono uno che fa tanti complimenti, tranne quando se li merita. Ma quando gli insegnanti della scuola mi dicono che è educato e bravo, allora ho già vinto”.

Tornando al gesto, Manuela Reghelini conclude: «Gli è venuto spontaneo, mi ha spiegato che voleva assicurarsi che il suo avversario stesse bene e che i “grandi” ne fossero sicuri». Contento anche il tecnico Alessandro Fae: «si è fermato e ha lasciato lì la palla, è stato davvero un bel gesto, questi sono i valori che cerchiamo di trasmettere».

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Il Gazzettino

 
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