di VALERIO BARRETTA
Superlicenza, Verstappen difende Antonelli
Chissà quale sarebbe stata la carriera di Max Verstappen se la Red Bull non lo avesse gettato nella mischia da minorenne nelle prove del GP del Giappone al volante della Toro Rosso. Quel ragazzo che lasciò subito il segno su un circuito tecnico come quello di Suzuka venne poi promosso nel team di Faenza e a 27 anni gettò le basi in Formula 1 di una carriera già fantastica.
A quell’adolescente è stata data un’opportunità, che ha poi sfruttato nel migliore dei modi, grazie al suo talento abbondante e anche a qualche inciampo lungo il percorso. Un’opportunità che la FIA ora nega a chiunque abbia meno di 18 anni: i minorenni non possono prendere parte a un weekend di gara (norma inserita dopo il caso Verstappen)… a meno che eccezione. Chiesta deroga per Andrea Kimi Antonelli venerdì scorso, ma serve l’approvazione congiunta di tutti i team, oltre ovviamente alla F1 e alla Federazione: Fosse per Verstappen, Antonelli farebbe il suo debutto in Formula 1 questa sera a Miami se una squadra volesse gareggiare.
Le parole di Verstappen
“Questa regola è stata introdotta a causa mia e non riguarda solo Andrea, ma può impedire ad alcuni piloti di talento di entrare velocemente in Formula 1, perché devono prima raccogliere i 40 punti per la superlicenza“, queste le parole dell’olandese raccolte da Motorsport-Totale. “Non sono un grande fan di tutto questo sistema: se un pilota di 17 anni è molto veloce e magari ha solo 20 punti, perché non può entrare in Formula 1?”.
Per Verstappen quindi non ne fa una questione di età, ma di talento e di pura velocità. Qualità che Antonelli ha lasciato intravedere, ma che tuttavia dovrà confermare in un campionato già competitivo come la Formula 2 (dove ha esordito quest’anno senza nemmeno passare dalla F3). Cosa che Verstappen fece nel 2014, chiudendo terzo nell’anno d’esordio in F.3 nonostante i tanti zeri di inizio stagione.
