“Riforma Abodi, l’Inter tra le ragioni della sua nascita. È quasi necessario rifiutare ma…” – .

“Riforma Abodi, l’Inter tra le ragioni della sua nascita. È quasi necessario rifiutare ma…” – .
“Riforma Abodi, l’Inter tra le ragioni della sua nascita. È quasi necessario rifiutare ma…” – .

Dopo la riforma del ministro dello Sport Andrea Abodi che avanza l’ipotesi di istituire un’agenzia di controllo sui conti delle società calcistiche italiane, l’agente storico Giovanni Branchini è stato intervistato da Tuttomercatoweb.com per trattare l’argomento: “Mi vengono in mente tre coseessenzialmente. Il primo è che questa iniziativa nasce da tutti i commenti sulla situazione economica e societaria dell’Inter. Il dominio di questo Club è l’innegabile bravura di Marotta & co, sommato al pronostico di ulteriori successi futuri, potrebbe aver fugato i dubbi e suscitato questa voglia di togliere la forza dell’autocontrollo dal mondo del calcio. L’altro che mi viene in mente è legato a totale sfiducia in quegli organi federaliche dall’esterno sono da tempo oggetto di molte critiche in quanto non sembrano né attente né severe. Pochi credono nella giustizia sportiva, e alcuni non hanno la necessaria fiducia nel comportamento del Covisoc, purtroppo. I vertici della Federazione sono sempre stati consapevoli dei dubbi riguardanti quelle strutture e si sono sempre impegnati, a parole, per migliorare le cose, ma viviamo in una realtà in cui tutte le energie sono assorbite da dispute interne. Non c’è assolutamente alcuno sforzo di autoregolamentazione, pulizia o controllo. Quindi bisogna giustificare ciò che normalmente, in un mondo che funziona idealmente, non dovrebbe accadere. Lo sport deve avere autonomia, ma anche l’onestà di investire nel controllo e nel rispetto delle normative vigenti. Noi agenti denunciamo da quindici anni come vengono comprate le procure dei giovani calciatori e nessuno muove un dito nonostante ciò rappresenti una palese violazione delle regole”.

E il terzo?
“Speriamo tutti che qualcuno faccia irruzione nella FIFA e la costringa a fare il suo dovere, poi faccia lo stesso con la UEFA. Avrebbero il potere, le strutture e i mezzi economici per gestire e regolare il nostro mondo ma sono troppo preoccupati di organizzare eventi, produrre reddito e mantenere la poltrona, sarebbe uno scandalo se un organismo superiore decidesse di farlo…”.

Ma non c’è il rischio che FIFA e UEFA escludano le squadre italiane?
“Siamo tutti convinti che alla fine ci sarà una Superlega o qualcosa di simile. Se chi decide oggi non ha ancora capito che sta andando nella direzione sbagliata, arriveremo a un punto in cui i club inevitabilmente faranno qualcosa di privato, si autoregoleranno e gestiranno il loro universo in autonomia”.

Tornando all’agenzia di controllo, come andrà a finire?
“Pubblicare una smentita cieca e un rifiuto così totale… è politicamente comprensibile e forse anche “doveroso” ma non sembra strategicamente nobile come reazione. Ciononostante ho sempre avuto grande fiducia nella persona del presidente Gravina e mi auguro che sappia gestire al meglio anche questa piccola crisi”.

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