Claudio Savelli
09 giugno 2024
C’è un solo giocatore dei 26 convocati per l’Europeo senza alcuna presenza in maglia azzurra. Michael Folorunsho, 26enne romano come si evince dalla sua cadenza e dalla fede laziale come si evince da alcune interviste e dal suo passato nelle giovanili biancocelesti. l’eccezione alla regola dell’usato sicuro. Il jolly quello Luciano Spalletti ha voluto giocarselo nella manica, sapendo di poter risolvere non solo una partita ma anche la formazione-tipo, sulla quale c’è ancora molto da lavorare. Ci sono due aspetti che rendono Folorunsho il feticcio dell’allenatore. Il primo è caratteristico, intriso della classica storia del giocatore che riesce a farcela dopo essere stato relegato in una categoria inferiore.
IL Napoli lo acquistò dalla Virtus Francavilla in Serie C nel 2019 per un milione ma non lo ritenne all’altezza, complice anche la sua fama di irascibile, e così lo prestò a destra e a manca, a Bari, Reggina, Pordenone e poi ancora alla Reggina, al Bari e infine al Verona prima di rientrare alla base perché non può non piacere anche ad Antonio Conte. Mai una presenza in Serie A prima della benedizione di mister Baroni che lo rende perno (34 gettoni) dell’Hellas del miracolo. Spalletti lo chiama e lo conferma: è sulla cresta dell’onda. Dovrebbero sempre essere chiamati uno o due giocatori che vivono un sogno ad occhi aperti. Di solito sono loro che fanno la storia. L’altro lo è Calafiori ma c’è una differenza: Folorunsho non è passato in Under, non era convocato da anni, non erauno a tutto tondo‘ e non ha vissuto una stagione magica bensì ha lottato per la salvezza del Verona. Così vive in lui quel fuoco che Spalletti ama nei calciatori. Il secondo aspetto per cui l’allenatore mantiene Folorunsho come una reliquia è tattico.
‘Fo lo‘, come viene chiamato a Coverciano, è il trequartista che manca in Nazionale (“Una bestia“, l’affettuoso riassunto). Abbiamo tutto – registi, centrocampisti, centrocampisti di qualità o giocatori da box a box o da inserimento – tranne il centrocampista fisico e di corsa che attacca le seconde palle e, così facendo, accorcia la squadra in avanti. In lui, Spalletti recensisce qualcosa da Nainggolan (dei bei tempi, ovviamente). In lui vede una soluzione per un’Italia forse opaca e disorganizzata. Scommettiamo che quando il gioco si farà duro, il duro Folorunsho inizierà a giocare?
